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Cose da non fare al cane

Un aspetto dei cani che si tende a ignorare o, peggio ancora, a trascurare pur sapendo, è che maltrattarli è molto facile.

Ecco alcune cose molto comuni che non bisogna fare ai cani:

#. Isolare i cani

I cani sono animali sociali per cui il ‘noi’ conta più dell”io’ – il gruppo a cui appartengono conta più di loro stessi come singoli individui. Uno dei modi migliori per fare male a un cane è isolarlo – lasciarlo in giardino, chiuderlo in una stanza, chiuderlo in terrazza, non coinvolgerlo nelle attività di famiglia, etc. etc. etc.

L’isolamento sociale del cane è così grave da essere una forma di maltrattamento riconosciuta dalla legge.

#. Non far fare loro esercizio adeguato

I cani hanno un corpo e un cervello e hanno bisogno di una vita in cui sia il loro fisico sia la loro mente sono adeguatamente attivi.

Una delle forme più comuni di vilificazione dei cani è costringerli a vite inadeguate in cui la loro esigenza di esercitare il corpo e la mente non è soddisfatta.

Uscite regolari e di buona qualità sono un essenziale della vita del cane. Chi non è in grado di garantirle, possibilmente insieme ma, in caso di impossibilità, con un dogsitter serio e preparato, non dovrebbe prendere il cane.

#. Strattonare e gridare addosso

Ieri al parco la seguente scena: un uomo di una certa età con al guinzaglio un pastore tedesco maschio, adulto e grosso, collare a strozzo. Il cane ha visto passare una femmina e ha mostrato interesse ad andare verso di lei, in ritorno ha ottenuto di essere tirato indietro con violenza e forzato a rimettersi a fianco al suo accompagnatore umano che poi lo ha fissato e alzando la voce lo ha preso a male parole.

Quante scene così si vedono, con cani piccoli, piccolissimi addirittura, medi e grandi.

L’umano sfoga la sua rabbia sul cane, il cane la riceve e più spesso che meno, si adatta pur di non riceverne altra ma non impara nulla se non che l’uscita che avrebbe dovuto essere un piacevole momento per stimolare corpo e mente e per passare un po’ di tempo con il proprietario è invece un evento sgradevole e stressante.

Una sconfitta per entrambi. Una occasione persa per comunicare, per conoscersi sempre di più e capirsi sempre meglio, per fare cose insieme, in generale, per stare bene insieme.

E la colpa non è del cane, è del proprietario. Il che non vuol dire che i cani devono poter fare tutto quello che vogliono e non essere mai detti no. I cani devono essere educati e guidati. Strattonando e gridando non si educa e non si guida, si stressa, si inibisce e si alimenta l’incomprensione e la frustrazione.

#. Togliere il cibo/i giochi

I cani hanno il senso del possesso, come gli umani.

C’è chi tiene tanto alle cose, chi meno, chi per niente, chi tiene a tutto, chi solo a qualcosa e esattamente come è per gli umani, la sensazione che un bene, una risorsa, è minacciata innesca la difesa.

C’è ancora chi teorizza che difendere le risorse sia un segno che il cane è dominante per cui deve essere sottomesso e ‘per mostrare chi è il capobranco’ ricorrono, tra le altre, a pratiche demenziali come togliere la pappa al cane quando si avvicina per mangiare o addirittura mentre sta mangiando e/o portargli via i giochi.

Quale risultato porta trattare così il cane? Confermare la sua paura che le sue preziose risorse sono a rischio, aumentare la sua diffidenza nei confronti degli umani, stressarlo e renderlo ancora più difensivo. Tutto quello che non deve essere.

Il cane deve fidarsi dei suoi umani, deve sapere che può dare senza che voglia dire perdere e compito di insegnarglielo è degli umani.

#. Lasciare i cani da soli a lungo

Per i cani stare da soli è innaturale, nel senso letterale del termine, è contro la loro natura.  Saper stare da soli serenamente è una competenza che devono avere ma è dovere degli umani non abusarne e tenere limitate le ore in cui le creature rimangono da sole. Il commento meglio da solo che al canile‘ si spiega da solo, meglio non vuol dire bene, vuol dire meglio che a sua volta vuol dire poco. In una scala da 0 a 10 dove 0 è male e 10 è bene, ad esempio, 1 è meglio di 0 ma non è certamente bene. Ecco, salvare’ il cane dal canile per poi lasciarlo solo tutto il giorno o peggio ancora farlo vivere da solo, non vuole dire fargli bene, può voler dire, e non è nemmeno certo, fargli solo meglio.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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