Home Educazione Cinofila I Cani sono intelligenti? Cosa dice la scienza

I Cani sono intelligenti? Cosa dice la scienza

In un interessante articolo sul sito Psychology Today, Stanley Coren affronta il tema della intelligenza dei Cani, fa riferimento ad una nuova recente ricerca pubblicata sulla rivista GeroScience che si è occupata del tema.

Coren dice che l’intelligenza e il suo funzionamento sono oggetto di studio da parte degli psicologi che si occupano di cognizione, personalità e di neuroscienze e anche di chi studia psicologia animale e comparativa, tra cui il comportamento dei Cani.

Diversi tipi di intelligenza

Negli umani è scientificamente provato che esiste quella che Coren definisce una disparità nelle capacità intellettive per cui ad esempio una persona può essere uno straordinario autore ma avere difficoltà numeriche molto importanti. E’ il motivo per cui molti test di intelligenza sono elaborati per misurare fattori specifici quali ad esempio il lessico, le capacità matematiche, la abilità visuo-spaziale, il problem-solving, etc.

Per i Cani si fa sostanzialmente lo stesso

L’intelligenza dei Cani

Nei suoi studi sull’intelligenza dei Cani, Coren ha stabilito che nei quadrupedi ci sono 3 tipi di intelligenza:

  • L’intelligenza istintuale che include gli aspetti determinati geneticamente della intelligenza canina (e quindi, ad esempio, la capacità dei retriever di riportare o quella di radunare dei Cani pastori degli armenti)
  • L’intelligenza adattiva: si riferisce agli aspetti della intelligenza legati al problem-solving e alla memoria
  • L’intelligenza lavorativa: sostanzialmente, la capacità dei cani di apprendere

L’intelligenza generale

Oltre ai metodi che studiano l’intelligenza dividendola in fattori, ce n’è un altro che si basa sul concetto che qualsiasi test che misura una specifica capacità cognitiva può predirre l’intelligenza generale di un individuo.

Negli umani questo concetto è stato sviluppato da Charles Spearman che nel primi decenni del XX° secolo ha individuato un fattore di intelligenza generale che ha chiamato G.

Spearman aveva basato la sua teoria sul fenomeno per cui solitamente una persona che ha buoni risultati in un set di test cognitivi li ha anche in altri test di natura diversa. In poche parole, se un individuo è bravo in qualcosa che richiede capacità mentali, ad esempio giocare a scacchi, è praticamente certo che è anche bravo nelle parole crociate, anche se questi task cognitivi sembrano richiedere processi mentali diversi (capacità visuo-spaziale vs. capacità verbali).

Numerosi psicologi ritengono che questo concetto di intelligenza generale si possa applicare ai Cani, la cui mente funziona in modo simile a quello dei bambini.

Il fattore G

Coren spiega che G non è una capacità di per se quanto una proprietà generale del cervello. Può essere determinata dalle differenze individuali nella velocità e/o nell’efficienza dei processi neurali associati ai processi mentali (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, emozioni).

Spearman lo aveva definito come l’equivalente dell’energia mentale, e ci sono diversi fattori biologici ed ereditari, tra cui la dimensione del cervello, associati al fattore G.

In sintesi: un livello alto di intelligenza generale si può considerare come un elemento che amplifica specifiche capacità cognitive e intellettive.

Il fattore G della mente dei Cani

I ricercatori dello studio citato all’inizio hanno identificato due ampi cluster cognitivi:

  • Il primo si può chiamare problem-solving indipendente e include test di problem-solving, perseveranza nel task e memoria
  • Il secondo si può chiamare capacità di apprendimento ed include misure di apprendimento associativo

I dati emersi dallo studio mostrano che questi cluster cognitivi sono interconnessi tanto che i Cani con migliori capacità di problem-solving imparano nuovi task più rapidamente, e così per le altre cose.

In poche parole, l’interconnessione conferma che anche nei Cani esiste il fattore G, il fattore cognitivo ‘alto’.

L’effetto dell’età

Lo studio ha confermato che l’avanzare dell’età, nei Cani come negli umani, è associato al declino cognitivo ma, ed è un dato interessante che coinvolge anche la questione della età biologica vs. età cronologica, c’è una relazione tra declino cognitivo e stato di salute: il declino cognitivo è fortemente influenzato dallo stato di salute del Cane, un cattivo stato di salute è associato ad un declino cognitivo più deciso e rapido.

In conclusione

I dati sembrano sostenere l’ipotesi che esiste un fattore generale di intelligenza nei Cani per cui se il Cane è bravo in alcuni task cognitivi – ad esempio rispondere ad un dito puntato o recuperare oggetti – è molto probabile che sia molto veloce ad imparare in generale e dia l’impressione di essere particolarmente intelligente.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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