Home Educazione Cinofila Quando e perchè rivolgersi all’educatore cinofilo: intervista a Sara De Cristofaro

Quando e perchè rivolgersi all’educatore cinofilo: intervista a Sara De Cristofaro

Visto che non ho problemi con il mio cane, a cosa mi dovrebbe servire l’educatore?
E’ tutta la vita che ho cani, so quello che c’è da sapere e non ho bisogno dell’educatore
E’ il mio primo cane ma ho preso una razza facile per cui non credo mi serva l’educatore
Se il mio cane è buono perché dovrei rivolgermi all’educatore cinofilo?
Ho chiesto all’educatore di prendere il cane e ridarmelo a posto e mi ha detto che non è possibile, l’ho lasciato subito e ho scelto uno che lo fa
E’ il mio terzo cane della stessa razza, ormai li conosco e l’educatore non mi serve
Ho il cane tosto, ho bisogno di un educatore che lo metta al suo posto
Le mie amiche che hanno preso un cucciolo hanno chiamato l’educatore per cui l’ho fatto anche io
Avevo incontrato un educatore ma il dog-sitter che è bravissimo mi ha detto che nelle uscite addestra il cane, addirittura senza farmi pagare extra, per cui ho lasciato l’educatore e faccio fare al dog-sitter.
 

Sono frasi che si sentono regolarmente e che ci dicono una cosa, non è ben chiaro chi è l’educatore cinofilo, quale è la sua funzione e come può aiutare i cani e i loro proprietari. E’ l’argomento di cui ci occupiamo oggi. Abbiamo intervistato Sara De Cristofaro, educatore cinofilo e preparatore di cani allerta diabete.  

Ciao Sara, grazie per il tempo che ci dedichi. Iniziamo subito con le domande.  

DD: E’ vero che serve rivolgersi all’educatore solo quando si hanno problemi con il proprio cane?
SDC: Rivolgersi all’educatore non è indispensabile per chiunque ma può essere considerato utile in generale. Serve quando ci sono problemi (ovviamente…) ma è molto utile per evitare che si sviluppino.  

DD: Quando serve quindi rivolgersi all’educatore?
SDC: Oltre a quando ci sono problemi, l’educatore andrebbe chiamato già prima di prendere il cane, in modo da essere seguiti anche nella scelta del cane più adatto. E’ utile chiamarlo quando il cucciolo arriva a casa per iniziare con il piede e la zampa giusta la vita insieme (Dico il cucciolo perché se il cane è preso in un canile serio, il percorso di preparazione è fatto lì), e ovviamente può essere chiamato in qualsiasi momento nelle diverse fasi di vita del cane.

DD: Dell’educatore beneficia solo chi è alla prima esperienza di cane?
SDC: No, anche quando si ha già esperienza di cane si beneficia dell’educatore. Il motivo è che si ha il cane anche in momenti molto diversi della propria vita –quando si è bambini, quando si va a vivere da soli, quando si forma una propria famiglia, quando si va in pensione – e ogni cane è unico per cui le differenze di esperienza sono enormi sia in termini di gestione sia di potenziali difficoltà sia di problematiche per cui in realtà ogni volta è quasi come se si iniziasse da capo.  

DD: E’ quindi utile rivolgersi all’educatore anche se si ha già esperienza di cane?
SDC: Assolutamente sì, rivolgersi all’educatore è sempre utile, anche se si ha già esperienza di cane. Come abbiamo visto, cambia chi lo prende – non si è la stessa persona a 20 anni e a 60 anni, per esempio – cambiano le esigenze, e ogni cane è unico. Ad esempio, si può avere bisogno di introdurre cane e bambini, oppure il proprio compagno/a non ha mai avuto cani oppure si è alla prima esperienza con la razza (o mix di) cane scelto; oppure il contesto in cui si prende il cane è nuovo rispetto a quello a cui si è abituati, oppure ancora si è preso un altro cane della stessa razza ma è totalmente diverso dall’altro. L’educatore offre gli strumenti per gestire le situazioni nel modo adeguato.  

DD: A cosa serve, cosa fa e qual è, quindi, il compito dell’educatore?
SDC: L’educatore serve a seguire la crescita insieme del cane e dei suoi umani; può, come dicevo prima, offrire consigli sul cane in termini di razza da scegliere o di singolo individuo da adottare; segue l’ingresso a casa del nuovo membro quadrupede della famiglia; aiuta nella gestione in casa e fuori con i suoi simili e con il resto del mondo; aiuta a comprendere la comunicazione del cane e da consigli su come comunicare correttamente con lui/lei tenendo sempre in considerazione le caratteristiche individuali dei proprietari e del cane, aiutando così a prevenire possibili problemi e difficoltà, o a correggerli; aiuta ad insegnare al cane giochi ed esercizi; aiuta a capire e a gestire le fasi di crescita del cane o quelle di adattamento.

Insomma, l’educatore aiuta a capire il proprio cane, aiuta nel suo inserimento in famiglia, da consigli utili per la gestione pratica del cane e, ovviamente, offre il sostegno necessario quando ci sono problemi con il cane e può essere chiamato in qualsiasi momento della vita con il cane. Per quanto mi riguarda, io vedo il mio compito principale l’essere un tramite comunicativo tra i cani e i loro proprietari e sono contenta quando sono chiamata presto nella vita con il cane perché possiamo così evitare che si sviluppino problemi ed incomprensioni.  

DD: E’ possibile dare il cane all’educatore e riaverlo ‘pronto per l’uso’?
SDC: No, assolutamente no.  

DD: Perché no?
SDC: Quando emergono problemi con il cane le cause sono generalmente riconducibili a 4 macro situazioni: vita inadeguata che si fa vivere al cane, contesto inadeguato in cui lo si inserisce, proprietario inadeguato e comunicazione inadeguata tra umani e cane. E’ evidente quindi che per gestire e migliorare la situazione è necessario lavorare con i proprietari. E anche nei casi in cui il problema è riconducibile esclusivamente al cane, il proprietario ha comunque il compito di imparare strategie e diventare un solido sostegno per il suo animale. L’educazione del cane non passa quasi mai dal separarlo dal suo nucleo familiare e non si deve cedere alla tentazione di credere a chi dice che lo prende per un periodo e lo riporta ‘educato’ o ‘addestrato’.

DD: Come si fa a scegliere l’educatore a cui rivolgersi?
SDC: Non è facile ed è anche una scelta delicata perché se si finisce nelle mani sbagliate c’è il rischio enorme di rovinare il cane e menomare per sempre il profondo legame che naturalmente si svilupperebbe con lui/lei.  

DD: Ci sono elementi dell’educatore a cui bisogna fare particolarmente attenzione e che indicano che ci si può fidare di lui/lei?
SDC: La prima cosa di cui ci si deve assicurare è che abbia rispetto per il cane e che il nucleo del suo lavoro sia la costruzione di un rapporto di fiducia con il cane. L’educatore deve anche essere onesto nello spiegare che ogni individuo cane e ogni razza ha le sue peculiarità e, altrettanto importante, che le aspettative dei proprietari devono adeguarsi a chi è il cane. Il buon educatore riconosce anche che ci sono diverse competenze e, se c’è bisogno, propone di rivolgersi alla figura specializzata, ad esempio il veterinario comportamentalista se il cane ha un problema comportamentale importante oppure un campo conosciuto se si vuole imparare un’attività sportiva.  

DD: Quali comportamenti non deve avere l’educatore?
SDC: L’educatore non deve presentare soluzioni ‘chiavi in mano’; non deve proporre, o usare direttamente, metodi punitivi o strategie aggressive per gestire il cane; non deve avere come strategia ‘educativa’ introdurre il cane in situazioni per lui/lei di grave difficoltà; non deve punire il cane come se la punizione fosse uno strumento educativo; non deve picchiare il cane, in nessun modo, in nessuna forma e in nessuna circostanza; non deve insegnare ai proprietari come si picchia il cane. Oltre ad essere immorali, questi metodi sono superati e scientificamente confutati. Non deve parlare di supremazia, di dominanza, di capo branco o alpha nel rapporto con il cane; non deve accogliere né accontentare richieste dei proprietari che creano malessere al cane o sono scorrette per quel particolare cane o per i cani in generale.  

DD: Come si può fare se pur non avendo esperienza di cane, non si è convinti di quello che dice l’educatore? E se ci si trova proprio male con il suo modo di fare?
SDC: Se non si è convinti, si cambia.Si ricomincia la ricerca, si chiede consiglio ad altri fino a che non si trova la persona con cui ci si trova bene. E’ molto importante che l’educatore sia in sintonia con la famiglia e con il cane.  

DD. Cosa ci si deve aspettare dal primo incontro con l’educatore?
SDC: Il primo incontro serve per capire chi è il cane, chi è il suo proprietario o la sua famiglia, conoscere la casa in cui vivono, gli ambienti che frequentano e le esigenze che hanno.  

DD: In cosa consistono gli incontri con l’educatore?
SDC: L’educatore aiuta nella lettura del cane durante lo sviluppo, durante l’inserimento in casa, durante le interazioni con gli altri cani, nelle interazioni con l’ambiente che lo circonda e/o in ambienti nuovi; insegna esercizi e giochi per aumentare competenze e comunicazione e spiega l’uso degli strumenti necessari per la vita del cane (ad esempio, guinzaglio, collare, cappotto, museruola, lunghina, etc.); da consigli per la gestione quotidiana del cane e aiuta nell’affrontare possibili situazioni nuove; rileva eventuali comportamenti problematici o che potrebbero diventare tali e guida nella loro gestione; e poi, ovviamente, guida e segue nel lavoro necessario per migliorare situazioni di difficoltà. In alcuni casi problematici si fa aiutare anche dai propri cani, la cui presenza permette di creare nuove dinamiche e aiuta il cane che si vuole sostenere a sviluppare nuove competenze.

Negli anni, ho trovato utile usare come strumento anche i video che girano i proprietari. Quando siamo insieme infatti può accadere che il proprietario deleghi, anche inconsapevolmente, a me la gestione della situazione e si rilassa per cui il cane prova subito sollievo; oppure il cane supportato da un gruppo sociale più ampio si calma; oppure ancora la mia presenza lo incuriosisce o lo preoccupa per cui si concentra di più su di me e quindi è meno reattivo o attento al mondo che lo circonda.

Ho bisogno di osservare il comportamento problematico nella sua naturale manifestazione e i video sono di aiuto in questo, oltre a permettermi di vedere come il proprietario gestisce il cane e le situazioni e come applica i consigli che ho dato. Negli anni ho notato che i video sono utili anche per capire e proporre strategie nuove e per valutare, insieme con i proprietari, il lavoro svolto e capire cosa non è corretto e dove si può migliorare.  

DD: Si può dire che l’educatore lavora sia con gli umani sia con il cane, non solo con il cane?
SDC: Direi addirittura il contrario, l’educatore lavora con gli umani e poi anche con il cane. Il lavoro dell’educatore cinofilo, infatti, è soprattutto con le persone, i proprietari, che devono essere attivi e competenti nella relazione con il cane e perché, come dicevo all’inizio, quando ci sono problemi generalmente dipendono dalla vita inadeguata che si fa vivere al cane, dal contesto inadeguato in cui lo si inserisce, dal proprietario inadeguato e dalla comunicazione inadeguata tra umani e cane. E quando non ci sono, ovviamente è ottimo e per evitare che si sviluppino è importante impostare bene la relazione con l’animale.  

DD: Quali sono i problemi che incontri più frequentemente?
SDC: Gestione del cane, ansia di relazione con altri cani o con estranei e fobie.  

DD: Per quanto tempo si lavora con l’educatore?
SDC: Ogni situazione ha i suoi tempi. Il tempo è quello che serve ai proprietari per imparare a conoscere il loro cane, a comunicare correttamente con lui/lei, a leggere possibili difficoltà o problemi, ad applicare ciò che serve per migliorare situazioni di difficoltà.  

DD: Cosa non fa l’educatore?
SDC: Non educa il cane al posto dei proprietari; non risolve problemi al posto dei proprietari; non fa miracoli – se è stato scelto un cane di una razza non adatta per lo stile di vita dei proprietari o per il tipo di vita o per il contesto sociale e ambientale in cui è inserito o per il carattere dei proprietari, l’educatore può solo dire come cambiare la vita perché la situazione migliori ma se non c’è la volontà o la possibilità di intervenire in questo senso, il problema rimane, che l’educatore segua o no la famiglia; se si decide di adottare il cane via internet senza sapere nulla di utile su di lui/lei e una volta arrivato si scopre che ha problemi anche importanti, l’educatore può aiutare ma se i proprietari o anche il cane non hanno le competenze e le capacità per cambiare purtroppo l’aiuto che si può dare è limitato e spesso non risolutivo.  

DD: Quali sono le convinzioni che trovi più comunemente nei proprietari di cane?
SDC: Ce ne sono diverse. Tra le più comuni: Tanti pensano che il solo fatto di rivolgersi a me risolva il problema o che sia mio compito risolverlo perché loro non hanno tempo, non hanno voglia o non sono capaci; tanti pensano che il mio ruolo sia quello di insegnare come rendere il cane obbediente – il mio ruolo, invece, da educatore cinofilo è insegnare ai proprietari come rendere il loro cane competente, che è tutta un’altra cosa; diffusissimo ancora è che i proprietari dicano che il loro cane è dominante perché ringhia o perché abbaia ai cani per strada oppure perché loro non si sono accreditati come capo branco; spesso sento dire che il cane pauroso è sicuramente stato maltrattato altrimenti la sua paura non si spiega; tanti ancora dicono che il cane tira al guinzaglio perché non rispetta il proprietario, mentre magari corre perché è terrorizzato, è in ansia o è iperattivo.  

DD: C’è la questione del costo, ci puoi dire qualcosa a proposito?
SDC: I costi di un educatore si aggirano intorno a quelli di una seduta dal parrucchiere, mi viene da dire, accettabili, quindi. Posto questo, rispondo in un altro modo: quando si decide di prendere un cane il ragionamento che si deve fare deve essere ampio perché il suo arrivo stravolge la vita, oggi e domani, ne è influenzato il lavoro, la famiglia, la casa, lo stile di vita, le vacanze, ci sono le rinunce, l’impegno economico ed i sacrifici. Se dopo aver valutato scrupolosamente cosa comporta avere un cane nella propria vita, anche da un punto di vista economico, si decide che sì si è pronti a prenderlo, si può dire che ci sono le precondizioni perché la vita insieme sia meravigliosa e l’educatore probabilmente lo si vede due o tre volte.  

DD: Sei un educatore, cosa ti ha spinto a fare questo lavoro?
SDC: Adoro il mio lavoro anche se non ci sono orari, non ci sono giorni, il pranzo spesso non esiste, la cena non si sa mai quando sarà, le serate sono spesso con il telefono in mano, e le persone tendono a scaricare su di te le frustrazioni e le angosce. Lo faccio felice e, credo possa sorprendere, non perché mi piacciono tanto i cani e poco le persone. Come dicevo prima, infatti, il lavoro è principalmente con le persone.

Perché ho scelto di diventare educatore cinofilo? Perché da molto giovane ho scelto un cane che mi piaceva moltissimo e ho poi scoperto che in realtà si sceglie una vita, un essere vivente con un passato, con caratteristiche genetiche, con sentimenti e bisogni. Con lui sono stata inadeguata e lui ne ha pagato le conseguenze insieme a me e, soprattutto, alla mia famiglia. Quando ho cercato aiuto ho trovato persone altrettanto inadeguate, pensavano che insegnando 10 comandi al cane e 10 regole sociali avrei risolto tutti i nostri problemi. Le cose invece sono cambiate per prove ed errori: cercando aiuto nei libri ho tentato di tutto fino a quando ho imparato a leggerlo, ad anticiparlo e a comunicare con lui. E’ stato in quel momento che ho deciso che volevo essere un ponte di comunicazione tra i cani e i loro proprietari e così è iniziato il mio percorso formativo.  

DD: Cosa ti piace di questo lavoro?
SDC: Mi emoziono ancora a parlare con i nuovi proprietari, adoro veder cambiare le loro interazioni con il loro cane, come imparano a leggere il loro cane e come riusciamo a creare nuove abilità comunicative. Mi piace veder crescere la relazione tra i cani e i loro proprietari e mi piace vedere le soluzioni che i proprietari trovano in autonomia per vivere bene con il loro cane, sono sempre fonte di grande spunto. Mi piace anche che ancora oggi non sia un lavoro scontato, spesso quando mi chiama qualcuno con un problema mentre mi parla inizio a macchinare scenari, soluzioni, problemi ed alternative e mi chiedo sempre se ci riusciremo e se sarò all’altezza. A volte poi il mio ruolo non è risolvere il problema ma far sì che le persone lo accettino, a volte i problemi con i cani, per la loro natura o per il contesto umano in cui emergono, sono irrisolvibili.    

Sara 

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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