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Non esistono due cani uguali

Qualche tempo su Facebook un tale diventato padre da poco sbraitava contro le persone che si avvicinavano alle sue figlie (gemelle) e si chinavano per accarezzarle. Tra i vari che avevano commentato il suo post c’era una che dandogli ragione aveva scritto ‘I bambini non sono mica cani [che tutti possono toccare a piacimento].

Non ho scritto niente – gliene avrei dette di tutti i colori – ma il commento mi è rimasto in testa. Un caso esemplare di quella ignoranza ed arroganza di chi non sa niente di cani, ne parla comunque sparando idiozie, si comporta male con quelli che incontra e contribuisce a rendere difficile la convivenza tra cani e umani nella società.

Sorvoliamo per il momento sull’errore di pensare che sia legittimo toccare a piacimento i cani, ci soffermiamo invece sul secondo punto implicito nell’affermazione del genio di cui sopra, ossia l’idea che esista ‘il cane’ e che i cani siano tutti uguali. Sorvoliamo anche su quali sarebbero le caratteristiche del cane secondo la tipa su citata (e le migliaia di altri come lei) e ci concentriamo sull’idea, diffusa anche tra tanti proprietari, che i cani siano tutti uguali.

La verità è che i cani non sono tutti uguali.

I cani sono tutti diversi uno dall’altro, così tanto che non esistono due cani uguali.

Non sono uguali nemmeno due fratellini di una stessa cucciolata, anche se magari le apparenze fisiche potrebbero ingannare.

Quali sono le implicazioni della unicità di ogni cane?

Sono diverse.

Di una molto significativa e la cui diffusione è recente parla Mark Bekoff quando dice che i cani sono così diversi uno dall’altro che addirittura può essere rischioso caratterizzare le razze.

In altre parole, l’individualità dei cani e le variazioni nella vita cognitiva ed emotiva di ogni singolo animale sono tali che parlare di tipicità di razza può essere un azzardo.

Il che non vuol dire che quando si pensa di prendere un cane non si debba considerare la predisposizione di razza, quello è il punto di partenza fondamentale, ma al momomento della scelta dello specifico cane si deve considerare lui/lei come individuo, con il suo carattere, la sua personalità, i suoi gusti, le sue preferenze e i suoi comportamenti che possono discostarsi, anche in modo importante, da quello che è considerato tipico per la razza a cui appartiene. 

Un altro corollario della unicità di ogni singolo cane è che non esistono soluzioni valide per tutti.

Ogni cane ha il suo carattere, la sua personalità, la sua storia e i suoi perchè e ha le sue soluzioni, che non necessariamente sono le stesse di un altro.

Vale per tutto, dal come aiutarli in caso di paura dei botti di capodanno a cosa li motiva.

Per quest’ultimo prendiamo il caso del cibo, considerato il motivatore universale per i cani.

Effettivamente per tanti cani il cibo è un motivatore, ed è probabile che sia statisticamente il motivatore più efficace, ma non è un motivatore assoluto. Per tanti cani che di fronte a un pezzo di cibo, di qualsiasi tipo esso sia, darebbero via l’anima ce ne sono infatti altri per cui il cibo non è per niente interessante e altri che sono mossi solo da alcune speciali squisitezze. Per parlare di noi posso dire ad esempio che Oban per la brioche e i biscotti, ma solo queste due cose, è pronto praticamene a tutto mentre Eduard per fare qualcosa doveva deciderlo lui, nessun cibo lo spingeva.

Per concludere, per i proprietari cosa vuol dire di fondo che ogni cane è unico?

Tre cose fondamentalmente:

  • Che ogni cane deve essere riconosciuto, amato, rispettato e apprezzato per chi è e deve essere gestito secondo le sue esigenze specifiche
  • Che non bisogna fare l’errore di prendere due fratellini o due cani della stessa razza pensando che il secondo sia un doppione del primo e quindi essendo di fatto impreparati alla unicità di entrambi.
  • Prendere lo stesso cane in momenti diversi della vita pensando di vivere la stessa esperienza espone al grande rischio di sorprese, non necessariamente positive, perchè il cane è un altro individuo e chi lo prende non è quello di una volta.
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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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