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Il gioco dei cani

I cani sono creature straordinarie e molto complesse, con una vita emotiva ricchissima, regole rigorose e condivise di comportamento, processi di apprendimento stupefacenti (basti ricordare che imparano per imitazione osservando continuamente i nostri comportamenti), hanno rapporti con l’umano che va oltre l’immaginazione (un esempio tra tutti, sono gli unici animali che preferiscono stare con noi piuttosto che con i loro simili), giocano anche da adulti e non fanno niente per caso!

Oggi ci occupiamo di cosa è il gioco per i cani.

Mbeh? Si potrebbe commentare, cosa c’è di tanto interessante?

Un sacco di cose!

Perchè la verità è che con i cani anche il gioco, che uno penserebbe essere la cosa più ovvia e semplice del mondo, è un fatto ricco di significati. Lo spiegano John W.S. Bradshaw, Anne J. Pullen e Nicola J. Rooney della School of Veterinary Sciences della University of Bristol in Gran Bretagna.

Approfondiamo.

Ad esempio, quando un cane gioca da solo con il suo giochino, che magari suona, cosa vuol dire? E’ un comportamento di tipo predatorio e può essere anche un modo per invitare qualcun altro – un altro cane o un umano – a giocare.

E invece quando giocano con qualcun altro e c’è di mezzo un oggetto? Se giocano tra cani, è probabile che si sviluppi competitività per il possesso della cosa e chi riesce a conquistarla difficilmente la cede.

Il discorso cambia invece quando protagonisti sono un cane, un umano e uno o due giochi.

Se ci sono due giochi, uno libero e uno in mano all’umano, il cane tendenzialmente ignora quello libero e si dedica a giocare con il suo proprietario. Il motivo per giocare non è possedere il gioco ma interagire con l’umano.

Nel gioco tra cane e umano poi, a differenza di quello che si pensa comunemente, non solo il cane è spesso disponibile a cedere, ma lasciandolo vincere non si favorisce l’aggressività o la ‘dominanza’ (per il concetto di dominanza, cliccare qui).  Non esiste infatti un rapporto tra il modo di giocare e il comportamento competitivo in situazioni non di gioco – lo abbiamo visto anche in riferimento alla tattica di difesa e di attacco. In altre parole, un cane che vince nel gioco non vuol dire che è prevaricatore o aggressivo nelle situazioni non di gioco, e ugualmente, un cane che ‘perde’ nel gioco non è detto che nelle situazioni non di gioco sia debole e sottomesso.

Gli studiosi hanno rilevato che per i cani ‘vincere’ rende il gioco più gratificante e il risultato è che sono più giocosi e più disponibili – più attenti, e più ubbidienti – nei confronti del loro compagno di giochi bipede.

E quando due cani giocano semplicemente tra di loro senza oggetti? Iniziano con una specie di inchino – zampe davanti abbassate e popò in alto – che è allo stesso tempo un invito a giocare e un segnale di desiderio di interazione pacifica e poi interagiscono secondo regole di gioco condivise per cui generalmente due cani che si conoscono e hanno già giocato insieme si trovano meglio di due cani che giocano insieme per la prima volta.

Detto questo, in onore e per il gioco fanno alcune cose incredibili e a nostro giudizio commuoventi. Ne citiamo due: spesso cambiano i ruoli, per cui il più grosso e forte adotta comportamenti tipici del più piccolo, più debole, più timido, ed è frequente che si autolimitino per rendersi più vulnerabili ed essere più facilmente attaccabili. 

E quando un cane osserva gli altri cani che giocano? Gli studiosi hanno scoperto che osservando il gioco degli altri imparano cose utili su come ci si comporta nelle interazioni con gli altri cani.

Per capire quanto è fondamentale il gioco per i cani basta dire che tramite il gioco imparano, sviluppano e mettono in pratica le capacità relazionali.

Di quanto sia importante giocare insieme per la relazione tra cane e proprietario, invece ci siamo occupati qui.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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