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I cani e il cuore degli umani

Dal conforto psicologico all’aiutare i bambini ad imparare a leggerei benefici che i cani portano ai loro umani sono incalcolabili.

Oggi ci occupiamo nuovamente degli effetti che la presenza di un cane ha sulla salute delle persone.

C’è stata una svolta a livello scientifico con la pubblicazione in Svezia della più completa ricerca sul tema ad oggi (M Mubanga (2018). Dog Ownership and Cardiovascular Disease, PhD dissertation, Uppsala University).

La novità di questo studio è data dalla mole dei dati (sono stati analizzati i dati di quasi 3,5 milioni di adulti tra i 40 e gli 80 anni – 3.432.153 per l’esattezza – che non avevano mai sofferto di malattie cardiovascolari all’inizio dello studio) e la lunghezza del periodo coperto dallo studio (12 anni) tratti da registro nazionale dei documenti sanitari ed ospedalieri di tutti i residenti della Svezia oltre al registro nazionale delle morti e relative cause e al registro nazionale dei cani che associa cani e proprietari.

La ricerca ha analizzato diversi aspetti della relazione salute/umani/presenza del cane.

Uno studio ha indagato la relazione tra l’avere un cane e il rischio di malattie cardiovascolari e il rischio di morte per altre cause e la scoperta è stata che avere il cane è associato ad un minor rischio di  soffrire di malattie cardiovascolari e in generale ad un minor rischio di morte.

Un secondo studio ha studiato la prognosi per persone che avevano sofferto del loro primo infarto miocardico acuto (181.696 persone, di cui 10.827 aveva il cane) ed è emerso che per i proprietari di cane la mortalità era ridotta del 24% rispetto a chi non aveva il cane. Anche tra chi aveva sofferto del primo ictus (157.617 persone, di cui 7.344 aveva il cane), nei proprietari di cane la mortalità era significativamente più bassa.

Riassumendo, dallo studio è emerso che[su_highlight] il rischio di morte per qualsiasi causa è più basso per i proprietari di cane rispetto a chi non ha il cane.[/su_highlight] Non solo, [su_highlight]dopo un infarto miocardico acuto chi non ha il cane ha 4 volte più probabilità di morire rispetto a chi ha il cane, indipendentemente dalla gravità della sua condizione al momento del ricovero[/su_highlight].

La solidità dei risultati è tale che gli scienziati hanno stabilito che [su_highlight]avere il cane è un predittore indipendente della sopravvivenza[/su_highlight].

Un altro studio si è occupato della relazione tra la morte di un pet e il rischio di un importante evento cardiovascolare. 30.865  persone (il 21%) avevano perso il loro animale, a fronte di 116.386 il cui pet era ancora in vita ed è stato scoperto che il rischio di soffrire di infarto, ictus, etc era più alto in chi aveva perso il suo animale, una settimana dopo la morte, 3-6 mesi dopo e 6-12 mesi dopo. Per le donne il rischio era più alto una settimana dopo la morte della creatura, per gli uomini 3 mesi dopo. [su_highlight]Il significato che gli studiosi hanno attribuito al dato è che la perdita di un pet per i proprietari ha lo stesso impatto emotivo in termine di dolore e di stress della perdita di un compagno/compagna umano.[/su_highlight]

Riassumendo, i risultati della ricerca sono molto molto interessanti:

  • Essere proprietari di cane è associato ad un ridotto rischio di morte  in generale e per malattie cardiovascolari in particolare.
  • Il rischio di morte è inferiore per i proprietari di cane rispetto ai non proprietari dopo il primo infarto miocardico acuto o ictus. 
  • I proprietari a cui muore il loro pet hanno maggiore rischio di soffrire di un grave evento cardiovascolare.
  • Avere il cane non aiuta per la ipertensione e la dislipidemia.
  • Chi vive da solo ma ha un cane sta molto meglio di chi vive da solo ma non ha cane: il cane è associato a un minore rischio di malattie cardiovascolari, minore rischio di morte per altre cause e minore rischio di morte dopo un infarto miocardico acuto o di ictus.

La ricerca non ha invece trovato una risposta al come la presenza del cane aumenta la sopravvivenza.

A questo proposito la Dottoressa Mubanga avanza alcune ipotesi:

  • Chi ha il cane fa più attività fisica e con maggiore regolarità rispetto a chi non ha il cane ed è scientificamente provato che l’esercizio fisico regolare protegge dal diabete e da altre malattie e riduce la mortalità.
  • Avere il cane è associato a quello che chiama ‘benefici psicosociali‘ – in poche parole, grazie ai cani si socializza – per cui è possibile che alcuni dei benefici per la salute derivino da una riduzione della solitudine che è un noto fattore di rischio indipendente per le morti premature. Il dato pazzesco è che i dati hanno rivelato che la sopravvivenza è la stessa per persone che vivevano da sole e persone che vivevano con altri, se entrambi avevano il cane. In altre parole, la presenza del cane vale tanto quella degli umani.
  • Altri fattori che possono spiegare il perchè della migliore sopravvivenza nei proprietari di cane è il cercare uno stile di vita più sano, oppure farsi vedere prima in caso di problemi o anche differenza di personalità tra proprietari e non proprietari, differenza che può contribuire ad uno stile di vita più sano e socievole. E tutti questi fattori insieme riducono il rischio di mortalità in modo significativo.

Concludendo, [su_highlight]questo studio, il primo su numeri di pazienti così importanti e per una tale durata, rivela che chi condivide la sua vita con un cane vive più a lungo.[/su_highlight]

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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