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I cani perdonano?

C’è un detto che dice Errare è umano e perdonare è canino.

Sarà vero?

Oggi ci occupiamo di questo: se i cani portano rancore e se perdonano.

Mark Bekoff ci dice che prima di tutto bisogna definire rancore e ritiene che nel caso dei cani, visto le numerose emozioni che provano e visto che hanno  memoria e non vivono nel momento, si debba intendere che si ricordano se qualcuno fa loro qualcosa che li disturba. A suo giudizio il rancore dei cani non comprende, come invece avviene negli umani, sperare che qualcosa di brutto accada a chi ha fatto loro il torto.

Bekoff ha studiato per anni e anni il gioco dei cani che, lo abbiamo visto in più occasioni (ad esempio qui e qui), è molto più di solo divertimento e dalle osservazioni fatte ha sviluppato una teoria sul rancore e l’eventuale perdono nei quadrupedi.

Bekoff ci dice che mentre giocano, i cani sono impegnati a capire e a seguire le regole del gioco, che sono ben precise, a comunicare le loro intenzioni di gioco, a controllare il comportamento dei compagni, ad adattare continuamente il loro comportamento all’evoluzione del gioco, e a controllare che non ci sia violazione delle regole condivise del gioco.

Bekoff ha individuato 4 aspetti nel gioco tra cani:

  • prima chiedere, vuoi giocare (richiesta fatta con la posizione dell’invito al gioco)
  • essere onesti
  • seguire le regole
  • e quando si sbaglia, ammettere di aver sbagliato

Quando le regole del gioco sono violate e una parte si comporta in modo scorretto, il gioco smette.

Che esistano regole e che siano seguite tanto rigorosamente è necessario per distinguere il gioco da altri tipi di interazione, i litigi, ad esempio. I cani quando giocano, infatti, hanno comportamenti – tra questi, mordere, montare, e/o sbattersi addosso – che sono usati anche in altri contesti, ad esempio le risse.

Giocando i cani usano regole e segnali specifici che indicano chiaramente cosa vogliono e cosa si aspettano per evitare fraintendimenti, ossia evitare che il gioco sia scambiato per una rissa e o si trasformi in rissa.

Quando succede che qualcuno si comporta male, e viola le regole del gioco, paga.

Violare le regole del gioco può essere pericoloso, può causare ferite, e può indebolire se non addirittura incapacitare l’altra parte. E’ quindi una cosa seria e infatti ha conseguenze: è stato osservato che gli inviti di chi viola le regole sono ignorati e chi si comporta male è evitato dagli altri membri del gruppo. Spesso chi è isolato finisce con lasciare il gruppo ed è stato riscontrato che questi soggetti hanno una mortalità significativamente superiore a quella degli altri.

Si può parlre di rancore nei confronti del villano? Secondo Bekoff non c’è motivo di pensare di no anche se, come accennavamo sopra, ritiene che i cani non passino tempo pensando alla loro rabbia o a quale vendetta mettere in atto nei confronti di chi ha fatto loro un torto. Il loro rancore nei confronti di chi non si comporta correttamente per il bene del gruppo è in ‘stile canino‘, come lo chiama, ed essendo in stile canino non è necessariamente facile da riconoscere per noi umani. A questo si aggiunge che ogni cane è un individuo a se e nel suo unico modo di essere c’è anche il modo in cui si disturba, e quindi anche come ricorda e gestisce cosa e chi gli ha dato fastidio.

A livello personale posso dire che Oban, che è molto rigido, ha una memoria di ferro ed è generalmente poco tollerante delle villanie altrui, da alcuni accetta molto (anche se dubito che dimentichi) mentre da altri non solo non dimentica ma se lo segna per sempre.

Bekoff conclude che non è scientificamente provato se i cani mantengono o no rancore ma nulla fa escludere che il rancore sia un sentimento che provano, anzi. Il loro comportamento nei confronti di chi si comporta male e il loro non voler interagire con alcuni umani e/o alcuni cani può dipendere da quello. In ogni caso, ovviamente, quando mostrano di non apprezzare qualcuno, cane o umano che sia, non devono essere forzati alla vicinanza e alle interazioni.

L’argomento rancore nei cani non si chiude qui. Oltre a tutto quello che c’è ancora da scoprire sul rancore vero e proprio, c’è anche l’altra faccia della medaglia, ossia, quando qualcuno fa loro un torto, i cani perdonano anche?

Qualche tempo fa abbiamo visto che i cani conoscono l’amicizia (ne abbiamo trattato qui) e che avere amici cani per loro è importante perchè permette di avere una vita caninamente più soddisfacente – certe relazioni e certe esperienze possono averle solo con altri cani (ad esempio l’espolorazione olfattiva congiunta o la comunicazione più prettamente canina – giusto per dirne due, il famoso basta uno sguardo che è una componente importante della comunicazione canina e con cui gli umani invece sono molto carenti o la comunicazione olfattiva, che ci sfugge totalmente). Abbiamo visto anche che tra amici cani ci sono litigi e che i litigi possono portare alla rottura dell’amicizia.

Se un litigio può portare alla rottura di una amicizia, ma non tutti i litigi portano alla rottura, si può ipotizzare che esistano litigi diversi, alcuni più gravi di altri e/o che esiste nel mondo canino qualcosa di comparabile al nostro perdono. Al momento la scienza non parrebbe avere risposte, ci sono le osservazioni e le impressioni dei proprietari di cane che, ci dice Bekoff, devono essere considerate e valutate perchè danno un contributo importante alla comprensione degli animali.

E quando ci sono litigi tra cani che non si conoscono o si conoscono ma non sono amici? Se ne è occupata una recente ricerca analizzando migliaia di interazioni tra cani in un parco.

Lo studio è partito dal presupposto che i cani sono animali sociali e in quanto tali tendono a minimizzare i conflitti, hanno anche forme di comunicazione mirate a prevenire i conflitti e ad attenuare la tensione – i famosi segnali calmanti, che usano sia con gli altri cani sia con gli umani – ma quando ci sono, come si comportano i cani dopo un conflitto?

La prima risposta che danno gli studiosi è che dopo un litigio i cani hanno anche quelli che chiamano comportamenti di riconciliazione. Per cani che litigano che non sono amici non parlano quindi di perdono ma di riconciliazione.

Posto questo, hanno cercato di capire perchè dopo un litigio c’era l’intenzione di ‘fare pace’, come scrivono, e hanno voluto testare tre ipotesi:

Ristabilire la relazione

Negli animali sociali, gli individui hanno bisogno degli altri per il cibo, la sicurezza, il calore e in generale tutti i benefici che il gruppo comporta. Un motivo per cui dopo un litigio due cani hanno comportamenti di riconciliazione è che serva loro per ristabilire la relazione in termini positivi.

Ordine sociale

Gli animali sociali vivono in gruppi in cui esiste un ordine e riconciliarsi dopo un litigio potrebbe servire a ristabilire l’ordine sociale e a chiarire la posizione di ciascuno all’interno del gruppo.

Ridurre l’incertezza

La terza ipotesi che hanno testato era se i cani cercano la riconciliazione per ridurre l’incertezza e quindi lo stress.

Alla fine dell’analisi, gli studiosi hanno stabilito che solo la terza ipotesi – riduzione dell’incertezza sulla relazione e dello stress – spiega i comportamenti di riconciliazione che avevano osservato tra i cani dopo un litigio. La valutazione degli studiosi è che la ‘riconciliazione’ serva a ridurre il rischio di una ulteriore aggressione nell’immediato, ma non serve invece a predirre l’andamento di incontri futuri.

Concludendo:

I cani provano rancore? Mark Bekoff ci dice che non c’è motivo al mondo per pensare di no. Esclude, però, che il loro rancore comporti rimuginare sul torto subito, pianificare vendette e sperare che qualcosa di brutto accada a chi ha fatto loro il torto.

I cani perdonano? La scienza non parrebbe risponderci su questo, ci sono le nostre esperienze di proprietari che ci dicono che sì, i cani perdonano.

I cani chiedono scusa? Anche su questo non parrebbero esserci ricerche scientifiche, ci sono però le esperienze dei proprietari e, antropomorfizzazione o meno, l’esperienza ci dice che i cani quando si rendono conto di aver sbagliato a fare qualcosa, possono chiedere scusa.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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