Home Vita con il Cane Cosa capiscono i cani delle comunicazioni umane

Cosa capiscono i cani delle comunicazioni umane

Seta: in spagnolo sono i funghi, in italiano è una fibra tessile.

E’ un esempio dei tanti possibili ma da solo è sufficiente, ci ricorda come una stessa cosa – in questo caso una parola ma si applica anche ai gesti, agli oggetti, ai comportamenti, agli animali addirittura – può avere significati diversi in diverse lingue e culture.

Vale tra gli umani e vale tra cani e umani, cosa che non sorprende visto che siamo di due specie diverse e abbiamo codici di comportamento, comunicazione e modi diversi di percepire e vivere il mondo.

Tanto spazio per le incomprensioni

In più occasioni abbiamo visto che tra cani e umani c’è molto spazio per le incomprensioni (una ragione sono le comunicazioni che inconsapevolmente inviamo ai cani) ma come si può immaginare c’è di più. Il punto è che pur essendo tanto vicini e anche tanto simili siamo anche tanto diversi e la diversità è un terreno fertile per le incomprensioni (tra umani è lo stesso, ovviamente).

Perchè un dizionario Umano-Canino?

Qualche tempo fa abbiamo pubblicato un dizionario canino-umano in cui le comunicazioni dei cani sono ‘tradotte’ in umano. E’ utile perchè capire cosa dicono veramente i cani è fondamentale per gestirli correttamente e relazionarsi bene con loro.

Il dizionario umano-canino serve di fatto per lo stesso motivo: ci dice quale significato hanno per i cani parole, toni, gesti, espressioni e comportamenti umani. Aiuta quindi a capire le loro reazioni alle nostre comunicazioni e offre un spunto su come comunicare in modo che la comunicazione abbia per il cane il significato che vogliamo che abbia, così da essere capiti per quello che vogliamo comunicare.

Vediamo alcuni esempi.

Gli abbracci

Nel linguaggio umano abbracciare ha un significato positivo: ci si abbraccia per esprimere affetto, vicinanza, per contatto fisico, per confortare, per salutare, etc.

Amiamo tanto i nostri cani e ci viene spontaneo abbracciarli, a volte lo facciamo anche per sentire il loro calore e godere dei benefici fisici e mentali che quel contatto porta.

Per i Cani (intesi come specie) gli abbracci hanno un significato diverso dal nostro: nel loro mondo e per la loro comunicazione quel tipo di gesto è minaccioso e sovrastante, gli abbracci quindi non sono gradevoli e non sono apprezzati.

Abbiamo precisato per i Cani intesi come specie perchè poi ci sono altri fattori da considerare, in particolare:

  • L’individualità di ciascun cane, per cui ce ne sono tanti che apprezzano gli abbracci
  • Chi abbraccia: dai loro umani e da amici stretti, i cani accettano, tollerano, e possibilmente anche apprezzano, gesti che non sopportano da altri
  • L’esperienza: i cani imparano a riconoscere il gesto come una manifestazione di affetto e ad accettarlo, e spesso anche apprezzarlo, dai loro umani

Prima no, poi sì, poi no, poi sì e nel mezzo, sgridate

Dai cani, molto più che dai bambini, ci si aspetta che si comportino ‘bene’ e che facciano tutto quello che si ordina loro.

I cani non sono bambini (pur essendo come bambini) ma hanno egualmente bisogno di regole ed educazione – essere educati e conoscere le regole è fondamentale per la loro serenità .

Ottimo. Qual è il problema quindi?

Il problema sono gli umani che non danno regole e/o non sono coerenti (e poi se la prendono con il cane quando non si comporta come vogliono).

Per sapere cosa devono fare, i cani hanno bisogno che siano insegnate loro le regole e hanno bisogno di coerenza – sì è sì sempre, ad ogni età e in ogni situazione, no è sempre no, ad ogni età e in ogni situazione (ovviamente insegnare e coerenza escludono violenza fisica, verbale e mentale, coercizione, maltrattamenti, abusi di qualsiasi genere).

Dal salire sul letto al mendicare cibo da tavola, dal richiedere attenzioni in modi non graditi al modo in cui si accolgono gli ospiti, se non si insegna al cane come si vuole che si comporti, se non si danno regole e non si è coerenti nella loro applicazione, cosa può capire la creatura?

Letteralmente può capire solo che gli umani non sanno cosa vogliono e l’incertezza causa ansia, stress e problemi comportamentali nel cane, e di conseguenza frustrazione e rabbia negli umani e rende la relazione umano-canina e la convivenza molto difficili, per non dire impossibili.

In poche parole, se qualcosa è sì ogni tanto e altre è no, se qualcosa è no ogni tanto e altre sì, se le regole non sono chiare e la loro applicazione non è coerente, i cani non possono capire nulla (ovviamente) di quello che devono fare. C’è poco poi da arrabbiarsi.

Mi chiama, lo sento ma è meglio non andare

E’ molto frustrante quando si chiama il cane e non si ottiene risposta: ci si innervosisce, ci si arrabbia, si alza il tono, la postura diventa minacciosa.

Per l’umano la situazione è chiara: l’ho chiamato, non è venuto, mi sono arrabbiato > ho ragione.

Vediamo invece il significato della situazione per il cane.

Mi sto divertendo, sono impegnato, ho da fare, rispondere vuol dire interrompere quello che sto facendo, vado o no? Certo me lo ha chiesto, ma…

  • l’ultima volta che sono corso mi ha legato e portato via subito
  • l’ultima volta che mi sono avvicinato mi ha trattato malissimo

Ecco, senti che tono che ha, è arrabbiatissimo, ora sono preoccupato. Perchè è arrabbiato? Arrabbiato vuol dire niente di buono, meglio tenersi lontani. O magari mi avvicino un po’ e gli mando un segnale calmante (ad esempio abbassare la testa o leccarsi le labbra), se risponde bene, vado vicino. No, non lo capisce, è ancora più arrabbiato, avvicinarsi non è prudente, mi tengo a distanza di sicurezza. Sta arrivando! Mi sta legando, mi sta sgridando, mi sta strattonando, che esperienza brutta, la prossima volta che mi chiama, non mi avvicino nemmeno, forse scappo addirittura così non vivo di nuovo questa esperienza spiacevole.

Quella raccontata sopra è una situazione classica: i proprietari non considerano che quello che sta facendo il cane conta e non considerano che il modo in cui chiedono conta per il risultato che possono ottendere (con i cani pretendendo e oltretutto in malo modo non si ottiene, bisogna chiedere,nel modo giusto). Non solo, perchè il cane risponda come si vuole, pesa anche l’esperienza associata a quella richiesta.

La sgridata posticipata

Si torna a casa dopo parecchie ore, il cane arriva alla porta tutto gioioso e festoso; girando lo sguardo si notano un cuscino strappato, un paio di scarpe rosicchiate, in generale danni e la reazione è immediata e violenta: si urla contro il cane, lo si sgrida pesantemente, lo si minaccia.

La creatura abbassa la testa, abbassa la coda, prende una posizione curva, sembra voler scomparire nel pavimento.

Hai capito, eh! Ti senti giustamente in colpa per quello che hai fatto! Sei un(a)… (improperi vari).

In primis, è straprobabile che il motivo per cui il cane ha fatto danni è che siano stati fatti errori nella gestione della separazione, e la responsabilità è degli umani non del cane. La sua postura non è di colpa ma di risposta alla furia umana, un tentativo di rendersi piccolo, meno raggiungibile dalla negatività che sente.

Cosa ha capito veramente il cane del comportamento umano? Quale messaggio ha ricevuto da quelle persone di cui tanto aspettava il ritorno?

Che è meglio non correre loro incontro per festeggiarli, che è meglio tenersi alla larga, che il loro ritorno tanto atteso è brutto, terribile addirittura. La negatività dell’esperienza è tale che se ripetuta, con il tempo lo porterà a stressarsi terribilmente alla sola idea che gli umani tornino a casa. Una situazione veramente brutta che rovina la vita del cane, la convivenza e la relazione umano-canina.

Saper stare da soli è una competenza che i cani devono avere, ma deve essere insegnato loro, e la separazione deve essere gestita correttamente.

Positività

I cani sono super sensibili allo stato d’animo degli umani e sono positivamente influenzati da segnali positivi e negativamente da segnali negativi.

Sorriso, postura rilassata, tono sereno o addirittura gioioso, guinzaglio tenuto morbido esprimono positività, che il cane percepisce e si comporta di conseguenza.

In altre parole, sentendo la positività degli umani, il cane può pensare che è tutto ok e può essere a sua volta positivo e così anche affrontare con serenità la situazione in cui si trova (dall’imparare qualcosa di nuovo a risolvere un problema ad affrontare una difficoltà).

Tanto è importante essere positivi, altrettanto importante è evitare il negativo che, percepito dal cane, causa preoccupazione, stress, ansia, tensione, difficoltà, senso di pericolo, esigenza di difendersi, porta a chiudersi e limita fino ad annullarla la capacità di apprendimento.

E’ il motivo per cui è tanto importante non fare scenate, maltrattamenti, grida, strattonate, strozzamenti, abusi fisici e verbali: non solo non insegnano nulla ma anche impediscono al cane di imparare e danneggiano, spesso irreparabilmente sia il cane sia la relazione umano-canina.

Basta uno sguardo

Con i cani basta uno sguardo: la comunicazione che hanno con gli umani è così speciale che con loro usano lo sguardo in modo umano.

Una cosa a cui bisogna fare molta attenzione, quindi, è accorgersi quando il cane cerca il proprio sguardo e rispondere (purtroppo raro che accada): quello scambio e quello che vede nello sguardo – un sorriso, un broncio, un sopracciglio sollevato, una espressione tesa, una espressione rilassata, una espressione arrabbiata etc. etc. – sono ricchi di informazioni, svelano al cane lo stato d’animo dell’umano e le sue vere intenzioni, e gli servono per orientarsi nelle situazioni e nella vita.

Bisogna rispondere positivamente, come abbiamo visto prima, segnalare serenità, sostegno, sicurezza, conferma, controllo. Nel caso servisse un rimprovero, basta uno sguardo un po’ arrabbiato, il messaggio è chiarissimo per il quadrupede, non c’è bisogno di gridare o fare scenate.

Ma parlarsi è altrettanto importante

Qualcuno sostiene che con i cani non si debba parlare; non serve, dicono.

E’ però scientificamente provato non solo che i cani capiscono il significato di tante parole ma anche che colgono e interpretano il tono della voce umana.

Comunicare con le parole serve anche a sviluppare e rafforzare la relazione umano-canina.

Non parlare con il cane priva la creatura di una fonte importante di informazioni utili e priva il binomio umano-cane di una fonte di comunicazione utile per entrambi.

A ciò si aggiunge un aspetto pratico: il cane che non è abituato alla comunicazione verbale non la capirà e non saprà rispondere quando ci si troverà a doverla usare. Se non altro perchè la vita è imprevedibile non si può escludere di non averne mai bisogno per cui non parlare con il cane è anche imprudente.

Sono solo alcuni esempi come dicevamo all’inizio ma danno una buona idea di come è importante ricordare che dire e capire la stessa cosa è tanto importante per andare d’accordo e stare bene insieme.

Condividi

Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

Back to top
error: Content is protected !!