Home Il Benessere dei Cani Come aiutare i cani che hanno paura dei botti e altri suoni forti

Come aiutare i cani che hanno paura dei botti e altri suoni forti

Stanley Coren in un recente articolo torna su un argomento sempre di attualità per cani e proprietari: la paura dei suoni.

Botti, fuochi d’artificio, sirene, motori, tuoni, spari, martelli pneumatici, aspirapolvere, macinacaffè, phon, una pentola che cade per terra, l’autobus, il tram, la macchina per pulire le strade, etc. etc. etc. sono tra i suoni a cui i cani sono, o diventano con l’età e la consapevolezza, (iper)sensibili.

Statisticamente, secondo alcune ricerche, più del 50% dei quadrupedi ha paura di uno o più suoni. Le reazioni comunque sono numerose e diverse: molto spesso hanno veri e propri attacchi di panico per cui perdono la ragione e si mettono addirittura in pericolo di vita nel tentativo di sfuggire il suono terrorizzante e cercando la fuga corrono in mezzo alla strada o si sfrangono contro porte e finestre. Altri modi in cui si manifesta la paura dei suoni sono tremore estremo, piangere, piagnucolare, gemere, cercare nascondigli (a volte in posti così piccoli che rimangono incastrati), mordere le maniglie delle porte.

Di fronte al panico dei cani, i proprietari sono spesso disorientati. Il problema è sia come gestire le creature sia come aiutarle perchè se da un lato c’è l’evitare che si facciano male dall’altro c’è la pena di sapere che soffrono e il desiderio di farli stare meglio.

Una risposta è medicinale e sono gli ansiolitici. Prescritti dal veterinario possono essere di aiuto, anche se non tutti concordano sull’opportunità di usarli. Ci sono poi soluzioni naturali, prodotti omeopatici, olii essenziali, feromoni calmanti dei cani, fiori di Bach.

Alcuni usano anche sviluppato l’equivalente di colonne sonore con suoni mirati a desensibilizzare i cani e altre con musiche disegnate ad hoc per tranquillizarli.

Ci sono poi quelle che sono chiamate tecniche comportamentali tra cui tecniche di rilassamento, controcondizionamento, speciali massaggi e tocchi, contatto fisico e rassicurazioni da parte dei proprietari.

C’è qualche sistema che funziona meglio degli altri?

Se ne è occupata la D.ssa Stefanie Riemer del Companion Animal Behavior Group della Università di Berna, in Svizzera in uno studio dal titolo Effectiveness of treatments for firework fears in dogs (Efficacia delle terapie per la paura dei fuochi di artificio nei cani) pubblicato sulla rivista Journal of Veterinary Behavior.

Dalla sua ricerca è emerso che, per i proprietari, la terapia più efficace è quella farmacologica, considerata di aiuto nel 69% dei casi. Tra il 27 e il 35% dei proprietari considera valide le alternative più naturali, tra cui feromoni, nutraceutici, olii essenziali, rimedi omeopatici e fiori di Bach.

Sul fronte terapie comportamentali, invece, il maggior successo viene riconosciuto al controcondizionamento in casa, che è stato riscontrato efficace in più del 70% dei casi. Non male nemmeno i suoni desensibilizzanti che sono stati considerati efficaci nel 55% dei casi.

Ah ovvio, il controcondizionamento, avete fatto la scoperta dell’acqua calda.

Forse…

Il controcondizionamento trattato nello studio è quello che diversi educatori e comportamentalisti chiamano, in inglese, jollying più o meno, si può tradurre in allegramente. 

Si tratta infatti di affrontare il tempo dei tuoni e dei fuochi d’artificio in una specie di festa in cui si gioca attivamente con il cane, si danno squisitezze, si esprimono emozioni positive e lo si conforta in modo gioioso.

Come tanti proprietari sicuramente commenterebbero, alcuni cani sono così stressati da non riuscire a prendere le squisitezze o farsi coinvolgere nel gioco ma è provato che è molto importante non smettere di fronte all’apparente fallimento ma, anzi, proseguire con lo spirito positivo, le attività gioiose e il sostegno alla creatura anche dopo che i suoni fonte della paura sono finiti.

Il prolungamento delle attività positive aiuta infatti il cane a recuperare prima dallo stress e lascia quella che Coren definisce una aura positiva alla memoria di quei momenti e progressivamente aiuta il peloso ad affrontare in modo più sereno situazioni simili.

Per quanto ci riguarda posso confermare che con Oban è un po’ che stiamo seguendo questo sistema per i temporali e sta avendo successo.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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