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L’omeopatia veterinaria

Oban è molto sensibile, super selettivo, super riservato e super insicuro e il suo fisico sembra voler assecondare la psiche: ha la codina corta, ha difficoltà con le zampe posteriori – probabilmente perchè la mamma l’ha estratto in modo in po’ troppo deciso al momento della nascita; quando aveva poco più di 1 anno abbiamo scoperto che aveva una colite autoimmune virulenta e quando aveva poco più di due anni gli hanno trovato una spondilosi vertebrale avanzata. In mezzo a tutto questo ha iniziato ad avere problemi comportamentali molto seri nei confronti degli altri cani.

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Della colite che era un’emergenza si sono occupati i veterinari da cui andavamo anche con Eduard, per i problemi comportamentali ci siamo rivolti alla straordinaria Cinzia Stefanini, e per la spondilosi, per la quale la medicina tradizionale non ha risposte, non sapevamo da che parte sbatterci per cui non facevamo nulla ma era chiaro che bisognava trovare un aiuto.

Ci è stata suggerita l’omeopatia.

Nei confronti dell’omeopatia non avevamo preconcetti nè positivi nè negativi. Non ne sapevamo nulla, non avendola mai studiata nè usata e ci siamo avvicinati solo perchè ci hanno detto che poteva aiutare il peloso. Oban sta seguendo una terapia omeopatica dal novembre 2015.

Abbiamo parlato con la Società Italiana di Omeopatia Veterinaria (SIOV) di cosa è l’omeopatia veterinaria, se e come aiuta i cani, come si differenzia dalla medicina tradizionale e tanto altro.

D: Inizierei proprio dai fondamentali. Cosa è l’omeopatia veterinaria?
SIOV: Si tratta semplicemente di applicare alla cura degli animali le leggi basilari dell’Omeopatia, quindi la terapia praticata risponde a tre requisiti fondamentali:

#1. Il rimedio da somministrare viene scelto in base al principio di similitudine, ovvero dopo avere esaminato approfonditamente i sintomi fisici, le abitudini e la personalità dell’animale da curare, si seleziona il rimedio che più corrisponde a tali caratteristiche in base alle sperimentazioni omeopatiche effettuate dalla nascita dell’Omeopatia ad oggi. Il rimedio Omeopatico è quindi individuale e viene prescritto tenendo conto delle patologie presenti, ma non solo in base a tali patologie.
#2. Il rimedio può essere definito Omeopatico solo se è stato oggetto di sperimentazione omeopatica, ovvero se è stato somministrato a dosi minime ripetute a persone sane che poi hanno riferito ad un medico gli effetti di queste dosi, effetti che coinvolgono il piano fisico e la sfera mentale, gli stati d’animo, le sensazioni. I rimedi non vengono sperimentati sugli animali in quanto in Omeopatia non vengono sfruttati sperimentatori che non siano in grado di fornire il loro consenso. Il lavoro del veterinario Omeopata consiste quindi in primo luogo nel trasporre questa mole di informazioni derivanti dalla clinica umana in dati utilizzabili nella clinica degli animali.
#3. Il rimedio è una sostanza minerale, vegetale o animale diluita in base alla farmacopea omeopatica ufficiale: questo comporta che la dose assunta contiene una quantità minima o, oltre un certo numero di passaggi di diluizione, nulla di molecole. Questo procedimento elimina il rischio di reazioni allergiche e/o tossiche e attiva una efficacia legata ad informazioni di natura elettromagnetica, informazione che appartengono al mondo della fisica e non della chimica

D: Qual è la differenza principale tra la omeopatia veterinaria e la medicina veterinaria tradizionale?
SIOV: Il veterinario omeopata si avvale di tutte le procedure diagnostiche utilizzate dalla medicina tradizionale ed è sempre interessato a raggiungere una diagnosi il più possibile perfezionata. L’Omeopata agisce però in modo diverso dal veterinario tradizionale poiché affianca sempre a questo iter diagnostico una approfondita disamina di ogni abitudine e caratteristica comportamentale dell’animale, con lo scopo di pervenire alla scelta del rimedio più indicato. La somministrazione del rimedio non è finalizzata alla mera soppressione di sintomi fisici, bensì tende a produrre nell’organismo l’attivazione di risorse individuali che permettano di ottimizzare la reazione alla malattia in atto. Inoltre il veterinario omeopata affronta insieme al proprietario dell’animale, in modo ampio e coerente con la scelta omeopatica, ogni aspetto gestionale che possa concorrere al miglioramento della qualità di vita dell’animale, fornendo per esempio indicazioni sull’alimentazione e sulle profilassi di malattie infettive e parassitarie. Tutto questo fa parte del procedimento omeopatico di cura.

D: Quali problemi dei cani si possono curare con l’omeopatia?
SIOV: L’omeopatia può essere utilizzata sia nelle malattie acute (come diarree, ascessi, traumi, tracheiti, ecc), sia nelle malattie croniche. Non esiste problema per il quale non si possa dare un supporto con la terapia Omeopatica, poiché in ogni situazione di malattia è possibile agire con il rimedio per attivare nell’organismo la migliore risposta possibile compatibilmente con le lesioni che la malattia ha creato. Occorre naturalmente distinguere tra cura e guarigione: in situazioni incurabili come le neoplasie maligne si parlerà di un accompagnamento e, in fase terminale, di una palliazione dei sintomi. Tuttavia a volte esiste la possibilità che la terapia omeopatica modifichi la prognosi di una patologia: per esempio nelle malattie autoimmuni vi sono casi di guarigione laddove la prognosi tradizionale afferma che sarà necessaria una terapia immunosoppressiva da somministrare a vita.

D: La medicina tradizionale e l’omeopatia sono alternative o complementari?
SIOV: I due approcci possono essere alternativi o complementari a seconda della natura della patologia da curare e a seconda dell’esperienza maturata dall’Omeopata in quel campo. In generale non esiste scenario clinico in cui l’Omeopatia non possa contribuire a rendere ottimale la risposta dell’organismo; per esempio anche quando una terapia barbiturica per l’epilessia è già in atto, l’Omeopatia può dare un supporto e spesso nel tempo è possibile arrivare ad una riduzione o eliminazione del farmaco chimico. L’eccezione assoluta nell’uso alternativo dell’Omeopatia è data da situazioni in cui è completamente assente la funzionalità di un organo o di un tessuto e quindi non vi sono margini per stimolare e riequilibrare una funzione, come accade per esempio in una grave forma di diabete insulinodipendente.

D: In cosa consiste una terapia omeopatica?
SIOV: La terapia consiste nella somministrazione orale di rimedi omeopatici. La forma farmaceutica può variare, ma per lo più consiste in granuli oppure gocce. La terapia Omeopatica è molto adatta agli animali anche perché è di più facile somministrazione dato che i rimedi non hanno sgradevoli gusti chimici.

D: Una terapia omeopatica è più impegnativa/difficile da seguire rispetto ad una cura tradizionale?
SIOV: Generalmente non è più impegnativa di una terapia tradizionale, ma occorre distinguere tra lo scenario acuto e quello cronico: in casi acuti come una gastroenterite possono essere necessarie somministrazioni frequenti (per esempio ogni 2-3 ore) per uno o due giorni, ma la frequenza di somministrazione è variabile e viene stabilita dal terapeuta in base alla gravità dei sintomi. Nelle malattie croniche invece possono essere praticate  somministrazioni giornaliere ma anche di frequenza settimanale o addirittura mensile, sempre in base alla natura della patologia e alle modalità di reazione dell’animale.

D: Come si arriva alla definizione della terapia omeopatica?
SIOV: Anche qui dobbiamo distinguere tra acuto e cronico. Continuando con l’esempio della gastroenterite, già in un primo contatto telefonico il veterinario omeopata esperto potrà decidere di somministrare un rimedio in attesa di effettuare la visita e gli eventuali accertamenti diagnostici necessari. Nella malattia cronica invece la prescrizione fa sempre seguito ad una approfondita visita omeopatica, ovvero un incontro prolungato nel corso del quale si svolge un articolato colloquio con il proprietario (spesso è utile anche incontrare più membri della famiglia) oltre naturalmente alla visita dell’animale.

D: Il veterinario omeopata ricorre agli esami strumentali (analisi del sangue, lastre, etc.) come il veterinario ‘tradizionale’?
SIOV: Certamente sì. Per il veterinario omeopata è sempre importante pervenire ad una diagnosi perfezionata, che sarà uno degli elementi considerati nel percorso di scelta del rimedio. Spesso l’Omeopata accoglie pazienti con diagnosi complesse, che arrivano già dotati di una ampia gamma di referti: in tal caso i referti vengono presi in considerazione ed acquisiti nel contesto della visita omeopatica.

D: Quali ‘medicine’ usa il veterinario omeopata?
SIOV: Si utilizzano rimedi che fanno parte della Farmacopea omeopatica preparati con sostanze provenienti dai regni minerale, vegetale ed animale, diluite secondo la procedura omeopatica. Il metodo omeopatico classico implica l’utilizzo di rimedi che contengono una sola sostanza di origine; i prodotti “complessi”, che contengono più sostanze in diluizione omeopatica, sono prodotti omotossicologici e vengono prescritti in base a principi diversi da quelli omeopatici, che non prevedono l’inquadramento individuale del paziente. L’Omeopata può comunque decidere di affiancare la somministrazione di altri prodotti, per esempio integratori, probiotici, oligoelementi, fitoterapici e, in casi particolari e gravi che vengono valutati di volta in volta, anche farmaci allopatici.

D: Per i vaccini (ad esempio antirabbica, etc.) si può andare dal veterinario omeopata?
SIOV: , il veterinario omeopata valuta il protocollo vaccinale adatto al paziente in base alle sue condizioni cliniche ed al suo stile di vita, e fornisce informazioni al proprietario informazioni in merito. Se l’animale è affetto da malattie croniche, può essere utile decidere di praticare un particolare esame del sangue che consiste nella valutazione della presenza di anticorpi nell’organismo: così è possibile sapere con esattezza di quali vaccinazioni l’animale abbia effettivamente bisogno.

D: Ci sono differenze in termini di costo tra la visita dal veterinario Omeopata e la visita dal veterinario tradizionale, e tra i farmaci omeopatici e quelli allopatici?
SIOV: La prima visita omeopatica è una visita specialistica della durata di un’ora o più, la parcella è quindi paragonabile a quella di altri veterinari specialisti come un dermatologo o un oculista o un neurologo; le visite di controllo sono più brevi e il loro costo è di solito assimilabile ad una visita di controllo tradizionale. I rimedi omeopatici sono poco costosi. Nella patologia acuta il costo del medicinale omeopatico è senz’altro inferiore a quello di specialità registrate per uso veterinario come gli antibiotici. Nella malattia cronica il risparmio diventa poi un fattore qualificante in più per la terapia omeopatica, tanto che spesso in patologie come la leishmaniosi o la malattia infiammatoria intestinale cronica (IBD) i proprietari si rivolgono all’omeopata proprio perché non sono in grado di affrontare gli onerosi costi richiesti dal protocollo tradizionale. Con il costo di 10-15 euro di un flacone di gocce o di un tubo di granuli si possono talvolta gestire addirittura mesi di terapia.

Ringraziamo di cuore la SIOV e personalmente la Dott.ssa M. Nuovo, la Dott.ssa B. Rigamonti, il Dott. R. Orsi, e il Dott. D. Bettio.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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