Home Educazione Cinofila L’educazione del cane: intervista a Cinzia Stefanini

L’educazione del cane: intervista a Cinzia Stefanini

Abbiamo chiesto alla super Cinzia Stefanini, Master etologa e Specialista della Rieducazione comportamentale APNEC (Associazione Professionale Nazionale Educatori Cinofili) Lombardia n_65__ disciplinata ai sensi lg. n° 4 del 14 01 2013, di aiutarci a capire il complicato mondo dell‘educazione dei cani.

D (Dogdeliver): Cara Cinzia, ci permettiamo di inizare con una domanda che ti riguarda. Sei una specialista nella Rieducazione comportamentale, qual è la differenza rispetto ad un educatore?
C (Cinzia): Faccio un esempio che secondo me spiega bene: se facciamo un ‘semaforo’ con le gravità delle problematiche espresse dal cane, dove il verde sono le meno meno problematiche e il rosso sono le più problematiche, lo Specialista della Rieducazione cinofila APNEC si occupa di quelle che sono nell’area rossa, le più complesse. I rieducatori seguono un percorso educativo più lungo e complesso che permette loro di acquisire le competenze necessarie per potersi occupare dei casi più difficili.

D: Secondo te qual è l’aspetto che trascura maggiormente chi decide di prendere un cane?
C: Le caratteristiche di razza e la storia precedente all’adozione. Le razze sono state selezionate per svolgere un compito e conservano ancora alcuni atteggiamenti connaturati al ruolo di ausilio all’uomo – ad esempio il cane da guardia che è tendenzialmente poco socievole soprattutto se all’interno del suo territorio, il setter che perde la testa per gli uccellini o il cane da difesa che magari lascia entrare in casa gli ospiti e poi reagisce male quando si stringe la mano al suo padrone. In troppi non considerano queste caratteristiche e poi si sorprendono quando le ‘scoprono’ nel loro cane. Un altro aspetto importantissimo è la storia del cane prima della sua adozione: ci sono ad esempio cani purtroppo abituati ad essere picchiati, cani abituati a stare in posti molto silenziosi, cani non socializzati, cani che hanno sempre vissuto legati ad una catena o chiusi in un cortile, cani che non sono mai stati con conspecifici. Adattarsi ad un ambiente e a situazioni completamente nuove e diverse è molto faticoso.

D: Secondo te cosa bisogna fare prima di prendere un cane?
C: Bisogna informarsi molto bene sulle caratteristiche della razza o delle razze che piacciono, a questo stadio li potremmo chiamare i cani fantasia, e poi informarsi molto bene sulla provenienza del quadrupede, i suoi primi giorni e le sue prime esperienze che sono fondamentali. Più o meno durante il secondo mese di vita la madre insegna ai cuccioli concetti educativi relativi ad aspetti importantissimi per la vita di tutti i giorni: a gestire la frustrazione e la rinuncia, ad inibire il morso, a non agitarsi troppo, per cui è molto importante che il cucciolo sia stato con la madre e fratellini fino al momento dell’adozione. Capita anche di sentirsi dire da molti pseudo allevatori che hanno tolto i piccoli alla madre perché non allattava più – facendo un parallelo, gli umani cacciano di casa i bambini finito lo svezzamento? No, c’è tanto oltre l’allattamento che la madre da ai suoi piccoli. Se si decide di prendere un cane in canile è importante sapere se è stato maltrattato o se viene da un luogo isolato, i suoi problemi di adattamento potrebbero essere molto più complessi rispetto ad un cane sempre di canile ma socializzato con le persone. Ho fatto solo alcuni esempi, ma ce ne sono tanti altri. Il mio consiglio è di rivolgersi ad un educatore o ad un veterinario PRIMA dell’adozione.

D: Ci puoi dire quando inizia l’educazione del cane?
C: Prima si inizia meglio è. Certo bisogna sempre tenere in considerazione le diverse capacità cognitive delle fasi evolutive del cucciolo. Il che vuol dire che già a 2–3 mesi si possono iniziare ad impostare alcune competenze educative, ma non bisogna pretendere un livello di precisione e di attenzione elevato perchè a quell’età un piccolo sano e non traumatizzato mantiene l’attenzione per pochi secondi. C’è da dire che alcuni bravi allevatori iniziano l’educazione del cucciolo già prima di darlo in adozione.

D: Cosa si intende quando si parla di educazione del cane?
C: Secondo me ti sorprendo :). Compito dell’educatore è aiutare la coppia cane-proprietario a comunicare meglio, comprendersi in modo più efficace ed inserirsi correttamente nel contesto urbano o nel tessuto sociale di riferimento. L’educatore non insegna delle abilità al cane, lo aiuta ad esprimere le sue qualità.

D: A tuo giudizio, l’educazione di base può essere fatta dal padrone o serve un educatore professionista?
C: Direi che dipende dalle conoscenze e dalle competenze del proprietario. Per chi è alla prima esperienza una guida nei primi mesi di convivenza con il cane è sicuramente utile. Ci sono poi i proprietari esperti perchè magari hanno già avuto tanti cani sempre della stessa razza, magari sempre dello stesso allevamento, che gestiscono serenamente la prima fase di educazione di base. Ciò detto, come ogni umano è diverso da un altro, così ogni cane è un universo a sé e la combinazione cane-umano crea sempre situazioni uniche e ci si può trovare spiazzati per cui anche proprietari esperti si rivolgono ad un professionista per una consulenza. E’ molto importante sapere che non esistono ricette universali valide per tutti i cani, per cui sconsiglio di affidarsi agli “esperti di cane da giardinetto”, quelle persone che dicono “Se il cane fa X tu devi fare Y” oppure “Io con i miei cani ho sempre fatto così”. Se si ha un problema, bisogna rivolgersi ad un esperto perchè con il passare del tempo è molto probabile che il problema si radichi e diventi sempre più complesso e difficile da risolvere.

D: L’educazione del cane prosegue per tutta la sua vita?
C: Certamente. Perchè la vita del cane e del suo umano sia serena è importante riuscire a dare nuovi strumenti adattativi al cane e rendere flessibili quelli che ha già. E poi è anche divertente…

D: Ci hai detto tantissime cose veramente interessanti, puoi ora spiegarci perchè è importante l’educazione del cane?
C: L’educazione del cane ci permette di inserirlo nella nostra società e nella nostra vita, far sì che non arrechi fastidi o danni alle altre persone e che cresca sereno senza sviluppare problemi comportamentali che ne potrebbero compromettere la felicità.

D: Concludiamo con una domanda forse strana, si può dire che l’educazione del cane parte dal padrone?
C: Ti correggo cara: non padrone, proprietario. E’ importante perchè cambiando la definizione cambia la prospettiva: il proprietario è colui che si prende cura e soprattutto ha responsabilità di ciò che fa con il cane e di ciò che fa il suo cane, il padrone è colui che comanda, colui che esercita potere. La corretta educazione del cane dipende da una complessa alchimia: il suo patrimonio genetico (compresa la razza naturalmente), i primi giorni di vita e le esperienze dopo l’adozione; per i cani adottati da adulti si devono considerare anche le esperienze vissute fino all’adozione. Un proprietario attento al proprio cane e alle esigenze degli altri ha generalmente un cane educato perché l’attenzione per gli altri e le loro esigenze e il rispetto delle regole sono alla base del senso civico e dell’educazione. Chiudo con una curiosità: pensandoci si nota che la definizione di educazione cambia con i tempi e i posti. Quello che era normale 50 anni ora non lo è più, ad esempio un maschietto che va in giro per il paese a corteggiare tutte le femmine non sarebbe piu ben visto, così un cane che abbaia molto in una villetta isolata è considerato in modo molto diverso da uno che fa la stessa cosa in un appartamento in città.

Grazie Cinzia!

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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