Home Educazione Cinofila Quante idiozie si scrivono sui cani

Quante idiozie si scrivono sui cani

Il web è disseminato di ‘informazioni’ e i cani sono di moda per cui ci sono ormai decine e decine di siti sia specifici sia più generali che si occupano di loro.

Bello, no? The more the merrier come dicono gli americani.

In realtà no perchè mediamente quello che si trova sono idiozie, a vari livelli di gravità, e visto che in questa pessima classifica ci sono anche i siti più seguiti, o perchè hanno nomi importanti o perchè escono per primi nei motori di ricerca oppure ancora perchè hanno più like e followers sui social, l’interesse diffuso per l’argomento cani non equivale a maggiore e migliore informazione sui quadrupedi, anzi.

Ormai chiunque scrive sui cani

Se il protagonista delle pubblicazioni fosse Richelieu sarebbe contento, a lui importava che si parlasse di lui non cosa si diceva.

I cani invece non hanno bisogno che si parli di loro a vanvera.

Dipendono totalmente dagli umani per cui possono solo sperare di capitare nella vita di qualcuno che li conosce, che li apprezza e li rispetta per chi sono e li tratta bene.

Considerato che i cani sono molto più ricchi e complessi di quello che si pensa comunemente e che la loro relazione con noi è molto più raffinata ed articolata di quello che si pensa comunemente, chi ne scrive con leggerezza, con l’idea che tanto sono cani per cui non c’è niente di difficile, non solo non aiuta ma rischia anche di causare problemi sia ai cani sia ai loro proprietari e facilmente contribuisce al maltrattamento dei quadrupedi.

I cani possono solo sperare che gli umani li trattino con amore e rispetto

Non è un’esagerazione perchè maltrattamento non sono solo le violenze più evidenti.

Maltrattamento è anche lasciare i cani da soli per ore ore, farli vivere isolati, strattonarli perchè tirano, costringerli ad una vita inadatta alla loro natura e alle loro caratteristiche, non proteggerli, non stimolarli, negare che abbiano esigenze, non soddisfare le loro esigenze, usare metodi coercitivi, etc. etc. etc.

Le forme di maltrattamento dei cani sono tante e vanno oltre la violenza più manifesta

Di esempi di pubblicazioni critiche sui cani ce ne sono a decine, ne riportiamo tre in cui ci siamo imbattuti recentemente e che ci hanno colpito molto (sono in ordine casuale). Escludiamo i casi di cronaca su cui i giornali speculano in modo indegno.

#1. Un articolo dedicato ad uno speciale guinzaglio per cani che tirano in cui se ne spiega l’efficacia sostenendo che porta il cane a sentire l’umano come dominante e quindi ad ubbidirgli e a smettere di tirare.

L’articolo suggerisce anche, in caso di cane agitato, che ringhia, che abbaia o si mostra aggressivo, di dargli una bella strattonata ‘molto energica’, precisando che bastano un paio di volte e il cane impara come si deve comportare.

Un proprietario con il cane che tira cerca un aiuto sul web e trova questo articolo, compra il guinzaglio e inizia a strattonare il cane. Passa qualche giorno e la situazione invece di migliorare peggiora, il cane continua a tirare e ora è anche nervoso, le uscite diventano ancora più difficili, l’umano si frustra e fa escalation, il cane diventa sempre più intrattabile, la relazione si incrina, forse in modo irrecuperabile.

Sorprendente? No. 

E’ scientificamente provato che i cani non tirano perchè sono dominanti nè perchè sono disubbidienti, tirano perchè sono eccitati, perchè hanno imparato che tirare funziona, perchè hanno tanta energia da scaricare, ed è scientificamente provato che imporsi con la forza non serve a nulla.

E’ anche scientificamente provato che ringhiare, abbaiare, mostrarsi ‘aggressivi’ sono manifestazioni di stati d’animo – prevalentemente insicurezza, ansia, e/o paura – e che strattonare e usare la forza peggiora le cose, oltre a rischiare di fare male al cane.

Altro esempio:

#2. Un articolo dedicato alle migliori razze di cani ‘poco impegnativi’, che parte dichiarando che sono perfetti per chi vuole un ‘amato cagnolino’ ma non ha tempo e/o voglia di occuparsene.

Iniziamo dal primo concetto folle che esistono cani poco impegnativi.

Non esistono cani poco impegnativi. Tutti i cani sono impegnativi.

I cani non sono peluche, sono creature viventi con caratteristiche individuali e di razza, ed esigenze proprie e di razza che devono essere riconosciute, rispettate e soddisfatte.

La prima responsabilità di qualsiasi proprietario e di qualsiasi futuro proprietario di cane è essere consapevole dell’impegno (importante, da tutti i punti i vista, anche econonomico) che il cane richiede.

Alla premessa folle segue una lista di razze, ognuna accompagnata dalla relativa spiegazione sul perchè sarebbe adatta a chi non vuole impegnarsi sui cani.

Qui si va oltre l’ignoranza: non soffre se lasciato da solo è una costante ma ce ne sono altre una peggio dell’altra e suggerire il Cane da Montagna dei Pirenei, il Fila brasileiro e l’American Staffordshire Terrier come cani poco impegnativi è irresponsabile.

Terzo esempio:

#3. Un articolo su come far smettere di abbaiare i cani in cui in rapida successione si parla degli umani come capobranco, dell’abbaio come un tormento, e poi dei modi per correggere, bastano un’occhiata, un no o una correzione fisica secondo chi ha scritto l’articolo.

Si precisa anche che è importante non arrendersi perchè nonostante tutto il cane potrebbe continuare ad abbaiare ed è fondamentale fargli sempre capire chi comanda e rivendicare il comando e la soluzione passa dal costruire con il corpo un muro (invisibile) attraverso cui il cane non può passare.

L’abbaio è espressione di stati d’animo, se un cane abbaia tanto da diventare un tormento è perchè ha un problema che va identificato, affrontato e risolto, certamente non soppresso. E certo non bastano un no, uno sguardo o una correzione fisica (nemmeno se ripetute) perchè smetta.

La teoria del capobranco è vecchia come il cucco e strasuperata così come i metodi basati sulla coercizione che è scientificamente provato aggravano i comportamenti invece di migliorarli.

Difficile trovare ragioni per il muro invisibile (e se anche avesse senso, considerato che gli umani non sono trasparenti è difficile che possano trasformarsi in un muro invisibile), l’unica certezza è che costruire un muro, di qualsiasi forma e tipo, per cambiare i comportamenti del cane al meglio non serve a nulla, al normale peggiora solo le sue reazioni.

I cani dipendono dagli umani per la loro vita, dal fare la pipì al mangiare al giocare al dormire, con tutto quello che c’è in mezzo. Chi scrive su di loro ha il dovere di essere consapevole della responsabilità che si assume e deve sapere di cosa sta parlando.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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