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Racconto di un’aggressione

Noi abitiamo in una piazza pedonale e un’abitudine di molti proprietari di cane dei dintorni è arrivare in piazza e lasciare sciolti i loro animali.

Questo spesso vuol dire che abbiamo difficoltà a rientrare a casa perchè cani sciolti e proprietari indifferenti = rischio e Oban così delicato e aggredito più volte deve essere protetto. Il che significa continuare a girare fino a che i cani sciolti per la piazza non sono legati (raro) o se ne vanno e noi possiamo passare senza pericolo.

L’altra sera siamo usciti un po’ più tardi del solito, faceva un caldo terrificante per cui eravamo un po’ provati e meno attenti del solito e non abbiamo notato fino a che non è stato troppo tardi che c’erano due cani sciolti di fronte al nostro portone. Uno era un meticcio di dimensioni medio-piccole e l’altro un maltese (minuscolo quindi). Oban era al guinzaglio come sempre.

Il meticcio appena ci ha visti si è irrigidito e ha iniziato ad avvicinarsi – sguardo, postura e suoni che emetteva indicavano chiaramente che non aveva buone intenzioni – mentre la padrona lo chiamava mollemente per nome. Lui con la preda in testa se ne è sbattuto ampiamente e ha continuato l’avvicinamento.

Noi non potevamo più tornare indietro – con un cane che si avvicina minaccioso non puoi girarti e allontanarti – per cui abbiamo proseguito. Oban era preoccupato ma molto controllato.

Mancavano pochi metri alla destinazione e abbiamo sperato che bastassero per rientrare senza danni ma non abbiamo fatto in tempo ad arrivare al portone che un missile bianco si è avventato sul collo di Oban – era il maltese! – mentre il meticcio lo attaccava sulla schiena.

Io gelata e Oban aggredito ma al guinzaglio era impossibilitato a difendersi per cui abbiamo dovuto aspettare che i due proprietari notassero cosa stava succedendo e si decidessero ad intervenire. Cosa che finalmente hanno fatto strappando via i loro cani.

Dalle loro bocche non una domanda su come stava Oban nè una parola di scuse. Ci hanno dato le spalle e hanno ricominciato a chiacchierare tra di loro come se non fosse successo nulla.

Noi non abbiamo detto nulla, Oban era molto scosso per cui lo abbiamo portato subito a casa dove lo abbiamo confortato e coccolato preoccupati che le aggressioni lo avessero segnato tanto da riaprire le ferite (psicologiche) che il lavoro di questi anni sta aiutando a curare.

E’ stato tutta la notte in camera con noi quando di solito dorme da solo e la mattina quando siamo usciti era ancora molto teso e agitato. C’è voluto un altro giorno perchè si tranquillizzasse.

Noi umani una volta calmati, e c’è voluto un po’, abbiamo ragionato sull’accaduto.

Un cane aggredito ha diritto di difendersi e in questo caso, pur essendo piccolo e sottopeso, Oban è ben più grande dei suoi aggressori e in più ha una pelliccia molto spessa per cui in uno scontro alla pari (inteso come tutti sciolti, lui come gli altri) i due che lo hanno attaccato potevano uscirne molto male.

I due proprietari avevano una idea del rischio a cui si sono esposti i loro cani o hanno pensato che visto che sono più piccoli Oban doveva essere trattenuto mentre i loro facevano quello che volevano?

E come si sarebbero comportati se avessi lasciato che Oban si difendesse? Avrebbero accettato le conseguenze della loro irresponsabilità o avrebbero fatto scene isteriche che sarebbero sicuramente finite in una rissa sgradevolissima? Tutto fa pensare la seconda delle due.

I proprietari che tengono i loro cani come se fossero i soli al mondo, indifferenti a tutto ciò che li circonda, oltre che incivili sono un vero problema per gli altri, per loro stessi e per i loro cani perchè non solo provocano situazioni difficili ma possono uscirne, essendone oltretutto colpevoli, molto male.

E in più non imparano nulla: una dimostrazione è che la mattina dopo l’aggressione, entrambi i cani che hanno attaccato Oban erano di nuovo di fronte al nostro portone, sciolti e con i loro proprietari intenti ad occuparsi di altro.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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