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Il cane diventa anziano

D (Dogdeliver): Gentile Dottoressa, ci può chiarire una volta per tutte la questione dell’età dei cani? Quando si può dire che un cane è anziano?
G (D.ssa Ghezzi): Indicativamente, si può considerare anziano un cane che abbia superato gli 8 anni d’età ma è bene ricordare che il grado di invecchiamento di un cane è influenzato da numerosi fattori tra cui taglia, razza, alimentazione e stile di vita. Per quanto riguarda alimentazione e stile di vita faccio un esempio all’estremo, un cane alimentato con una dieta non equilibrata (vedi “avanzi” della famiglia o cibo commerciale discount) che vive perennemente all’esterno sia in estate che inverno, soffrendo quindi sia il gelo sia il caldo torrido, risulterà fisicamente “più vecchio” di un cane della stessa età, stessa razza e stessa taglia alimentato in maniera corretta e non costretto a stare alle intemperie. La aspettativa di vita cambia notevolmente, ad esempio, un cane di taglia gigante (oltre i 45 kg) ha un’aspettativa di vita nettamente inferiore rispetto ad uno di taglia piccola (<10 kg), con una vita media rispettivamente di circa 8,5 e 14 anni.

D: Cosa si può fare perchè il cane arrivi alla sua ‘terza età’ nel modo migliore possibile?
G: Il consiglio è quello di preferire una dieta equilibrata commerciale già formulata (stando su una categoria premium) oppure casalinga bilanciata (da studiare su misura con il veterinario di fiducia), ridurre gli stress ambientali (caldo, freddo, acqua) e fornire un luogo sicuro in casa che il cane possa considerare come “rifugio” e che lo faccia sentire membro della famiglia a tutti gli effetti.

D. Usando il detto che prevenire è meglio che curare, cosa si può fare perchè il cane invecchi al meglio?
G: Come per la medicina umana, la prevenzione è fondamentale! E’ importante effettuare con regolarità (almeno ogni 6 mesi) visite di controllo dal proprio veterinario di fiducia il quale valuterà le condizioni cliniche del cane e saprà dare le indicazioni più adatte per le sue esigenze. Oltre gli 8 anni d’età è buona norma inoltre effettuare periodici esami del sangue (almeno una volta all’anno) anche in assenza di alterazioni cliniche evidenti. Molte patologie possono essere individuate tramite alterazioni degli esami del sangue molto prima della comparsa dei segni clinici e quindi possono essere tempestivamente affrontate in maniera corretta. Da parte del proprietario, quello che bisogna fare è porre attenzione a modificazioni anche piccole delle abitudini del cane: ad esempio aumento della sete, modificazioni dell’appetito, eccessivo affaticamento, alterazioni nel comportamento etc.

D. Come cambiano le esigenze del cane anziano e cosa possono fare i proprietari per rispettarle?
G: Faccio alcuni esempi. Spesso diventano più lenti nel mangiare o dopo un po’ si stancano, per cui in questo caso proporre razioni più piccole più volte al giorno, ma comunque NON cambiare le abitudini se il cane non mostra disagio, cioè se ha sempre fatto due pasti e continua a farli tranquillamente senza problemi non è necessario cambiare. Cambia l’età e cambiano le esigenze, ma la parola d’ordine è sempre la stessa: rispettare i tempi! In generale il cane anziano, può ridurre la capacità di trattenere i bisogni per cui può necessitare di uscite più frequenti… (questo lo aiuterà anche a mantenere attiva la mente perché le passeggiate sono ricche di stimoli per i cani). Importante ricordare che nel caso non riuscisse a trattenersi non bisogna arrabbiarsi, anzi, già loro si possono sentire mortificati per l’aver sporcato (anche se involontariamente) dove non dovevano. Possono poi subentrare difficoltà nel movimento: in questi casi è bene aiutare il cane a muoversi, magari sorreggendolo per diminuire il peso e facilitare il movimento, ricordandosi di non chiedergli più di quanto gli sia possibile (ad esempio quando è molto caldo è sufficiente che esca giusto giusto i bisogni, non pretendiamo che corra con gli altri cani ai giardinetti!)

D: Il cane anziano ha esigenze nutrizionali diverse rispetto al cane adulto?
G: Dal punto di vista alimentare, con l’aumentare dell’età si assiste ad un rallentamento del metabolismo che si traduce in un minore fabbisogno energetico. In assenza di particolari problemi si può usare un’alimentazione commerciale specifica senior – diete appositamente studiate e bilanciate per le esigenze nutrizionali dei cani anziani (contengono, per esempio, una maggiore percentuale di antiossidanti) e per facilitare il processo digestivo. Nel caso di problemi specifici esistono poi particolari formulazioni per le problematiche più frequenti dei cani anziani (problemi renali, epatici, cardiaci, articolari etc….)

D. Ci sono problemi di salute che si possono considerare tipici della terza età nei cani?
G. Tra i problemi più frequenti che si possono riscontrare nei cani anziani ricordiamo le alterazioni croniche degenerative (ad esempio patologie degenerative osteoarticolari, insufficienza renale, cardiaca, etc.), le patologie a carico del sistema endocrino (ad esempio diabete) e, non da ultime, le patologie tumorali, che possono colpire qualsiasi apparato. Anche gli organi di senso possono essere interessati: si puo’ assistere alla comparsa di cataratta e ad una diminuzione dell’udito.

D. Come cambia il fisico dei cani anziani rispetto agli adulti?
G: Nel cane anziano i muscoli tendono ad atrofizzarsi, rendendo più evidenti le prominenze ossee (ad esempio le costole), la cute perde elasticità ed è più soggetta ad ispessimenti, il pelo risulta più opaco e, come nell’uomo, possono comparire peli bianchi.

D: Oltre ai cambiamenti fisici, ci sono cambiamenti anche mentali nel cane anziano rispetto al cane adulto? Ad esempio può insorgere quella che negli umani si chiama demenza senile?
G: Parallelamente alle alterazioni fisiche si può assistere ad alterazioni comportamentali. La disfunzione cognitiva del cane anziano può essere paragonata a quella che nell’uomo è la demenza senile: si possono notare quindi alterazioni nelle normali attività quotidiane e nelle abitudini, può quindi capitare che faccia fatica a riconoscere situazioni e persone familiari, fino ad arrivare addirittura a problemi di aggressività. Come nell’uomo, spesso è difficile distinguere tra modificazioni fisiologiche legate all’invecchiamento e alterazioni patologiche del comportamento e comunque ogni caso è a se’. Faccio due esempi: se un cane docile comincia a diventare aggressivo quasi sicuramente è patologico e bisogna indagare per ricercare la possibile causa, se invece un cane comincia ad abbaiare senza motivo potrebbe essere derivato sia da una normale senescenza sia da uno stato patologico. In questo secondo caso ci si rivolge al veterinario che raccoglierà innanzitutto una buona anamnesi (Quando ha cominciato? C’è stato un evento scatenante? È in relazione o meno al momento del pasto? È davvero un vocalizzare afinalistico o c’è piuttosto qualcosa che lo disturba e che non riusciamo a cogliere?) per poi suggerire eventualmente ulteriori accertamenti. In generale è fortemente suggerito cercare di mantenere il più possibile le normali abitudini e la routine quotidiana (ricordiamoci che per loro qualsiasi tipo di cambiamento è spesso fonte di stress) e quindi mantenere costante l’orario dei pasti, non cambiare il posto delle ciotole e della cuccia e qualora ci fossero alcuni cambiamenti indispensabili, introdurli il più gradualmente possibile.

D. Ci sono anche cambiamenti psicologici nel cane anziano? Ad esempio cambia l’attaccamento agli umani di riferimento?
G: Per quanto riguarda l’attaccamento all’umano di riferimento, è una figura fondamentale durante TUTTA la vita del cane, in età anziana è importante così come da giovane. Ovviamente è importante che sia presente allo stesso modo di prima (se il cane è abituato a stare con lui 24 ore su 24 dovrebbe continuare a starci).

D: Si può fare qualcosa per aiutare la mente del cane anziano?
G: Sicuramente è utile tenere in allenamento le capacità cognitive (e quindi ritardare l’invecchiamento cerebrale) tramite giochi di attivazione mentale (per esempio giochi cerca/trova, nascondendo qualcosa di particolarmente appetitoso ed invitando il cane a trovarlo).

D: Ritiene che introdurre un cucciolo in casa possa beneficiare il cane anziano?
G: L’introduzione di un nuovo soggetto (soprattutto se cucciolo o giovane, e quindi esuberante e pieno di energie) può rivelarsi una scelta controproducente: di punto in bianco il nostro vecchietto si trova a dover dividere gli spazi e le attenzioni prima a lui interamente dedicate e non è detto che apprezzi…

D: Il cane anziano può fare attività fisica? Se sì, di che tipo?
G: E’ bene mantenere un certo grado di attività fisica anche nel cane anziano ma bisogna adeguarle alle condizioni di ciascun cane. Ciò detto, in linea molto generale un suggerimento è prediligere passeggiate brevi ma frequenti in modo da mantenere vivo l’interesse del cane nei confronti dell’ambiente esterno senza richiedere un eccessivo sforzo fisico.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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