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Come affrontare alcuni comportamenti del proprio cane

La comunicazione umana pur essendo fondata su parole che hanno un significato più o meno preciso e gesti che si ‘limitano’ alle mani e alle braccia è un fatto complesso. Quella canina che non ha parole ed è fatta di suoni, movimenti della coda e delle orecchie, posizioni del corpo, e comportamenti, lo è ancora di più. Se si considera poi che ogni cane è un individuo a sè con il suo carattere e le sue sensibilità e per quanto possa sembrare incredibile, che non tutti i cani comunicano la stessa cosa nello stesso modo, ci si rende conto che capirsi con il proprio quadrupede non è nè facile nè immediato.

Alcuni comportamenti canini sono ‘normali’ e devono essere solo compresi ed accettati, altri invece indicano malessere e devono essere affrontati e gestiti. Ne vediamo qualcuno.

 1. E’ distruttivo

Chi adotta un cucciolo si deve rassegnare ad un certo livello di caos in casa – calzetti rosicchiati, zampe di tavolo usate come stuzzicadenti, tappeti usati come toilette, e via dicendo – ma una cosa è un livello più o meno alto di disordine e una cosa è trovare la casa ridotta come se fosse passato un uragano, e ancora di più se il quadrupede non è più un piccoletto. Le due ragioni più comuni per cui il cane è distruttivo sono:

Ha troppe energie in corpo. In altre parole, non gioca abbastanza, non corre abbastanza, non si stanca abbastanza. Il primo immediato rimedio da provare è farlo stancare di più – portarlo fuori di più, farlo giocare, etc.

Si annoia. I cani hanno un patrimonio genetico ‘funzionale’ – ad esempio, i collie e border collie sono pastori; i wiszla, i bracchi e i weimaraner sono cani da caccia – e hanno bisogno di fare quello per cui sono nati. Facciamo un esempio: il jack russell è un cane da caccia . Un jack russell, e sono la maggioranza tristemente visto che sono quasi sempre presi perchè ‘sono tanto carini, piccoli e bianchi’ è una bomba di energia inespressa che si inventerà un lavoro da fare – avrà poco da sorprendersi il padrone se ogni volta che torna a casa trova un pezzo da ricostruire….  Lo stesso vale, ognuno nel suo modo, per tutte le razze. La buona notizia è che i cani sono tanto evoluti da essersi adattati a forme di lavoro compatibili con la vita non agraria e quindi è solo responsabilità del proprietario far fare al suo animale l’attività di cui ha bisogno.

2. E’ ‘aggressivo’

Particolarmente se è al guinzaglio, ogni cane che incontra lo fa uscire di testa. Abbaia come un dannato, si lancia, sembra pronto a sbranare. E’ veramente diventato una belva feroce pericolosissima? Può essere ma è più probabile che il problema sia un altro. Ossia che si senta insicuro, che percepisca un ‘vuoto di sicurezza’ lasciato dal proprietario e senta di doverlo colmare difendendosi da tutto ciò che incontra che vede come un pericolo. L’insicurezza è uno stato d’animo tra i più diffusi e meno considerati e alla base di tanti problemi; si possono fare tante cose per affrontare e in molti casi anche risolvere questo problema per cui non intervenire è una vera colpa. Il supporto di un esperto è sicuramente utile.

3. Non vuole giocare con gli altri cani

Può essere e se anche fosse sarebbe del tutto normale. Generalmente i cuccioli amano giocare con i loro simili ma quando crescono non tutti i cani amano la compagnia di altri cani. I motivi possono essere diversi, dal carattere alle esperienze con tutto l’infinito di possibilità che c’è in mezzo, ma una cosa è certa, non c’è un motivo al mondo per forzarli. Bisogna invece trovare situazioni alternative in cui permettere loro di essere sereni e stare bene. La soluzione è abbastanza facile: evitare di portarlo nelle aree cani e ovunque ci siano tanti cani e trasformare le uscite in lunghe e piacevoli passeggiate a due o eventualmente in compagnia di un altro umano o un altro cane con cui si trova bene.

4. Non sta a casa da solo

I cani sono animali sociali per cui si può dire che come specie non amano la solitudine. Ciò detto, mentre alcuni la tollerano per altri è una vera sofferenza, che si può manifestare in tanti modi diversi ma tutti poco gradevoli. Cosa si può fare per abituare il cane a stare da solo un po’ (non vanno mai lasciati soli tante ore). Vediamo alcuni passi che possono aiutare:

– fare alcune prove e trovare una sistemazione in cui si sente abbastanza sereno – alcuni hanno bisogno di spazi ampi, altri preferiscono spazi molto piccoli, e quindi vedere se non è più sereno chiuso in una stanza specifica della casa o in un kennel oppure lasciato libero di girare dove vuole.

– abituarlo a stare da solo quando c’è comunque qualcuno in casa – un sistema valido è sistemarlo in una stanza con qualcosa che lo impegni – un gioco e un osso da rosicchiare sono due ipotesi – accendere la musica e farlo stare lì per un po’ , ripetendo l’esperienza più volte.

– non rendere un evento le uscite e i ritorni a casa – in altre parole, non trasmettere la sensazione che l’uscita del padrone è qualcosa di clamoroso e importante per cui vale la pena agitarsi

– se il cane ha mostrato di apprezzare certi tipi di musica, lasciarla accesa quando si esce

– lasciargli a disposizione un gioco e un passatempo interessante (ad esempio un buon osso da sgranocchiare)

– prima di lasciarlo, farlo stancare molto così che sentirà il bisogno di dormire quando torna a casa

Ci sono poi alcuni cani che rispondono bene a trattamenti con le erbe, e alcuni che invece hanno bisogno di un aiuto medicinale. Per entrambi i cani è necessario il supporto del veterinario.

5. E’ compulsivo

I comportamenti compulsivi – ad esempio leccarsi fino a ferirsi, abbaiare fino allo sfinimento, inseguirsi la coda, montare tutto ciò che vede, abbaiare alle ombre – devono preoccupare e non devono essere trascurati. Generalmente i comportamenti compulsivi, sempre manifestazione di malessere, sono causati da ansia e stress le cui origini devono essere identificate e risolte. Farsi aiutare da un esperto cinofilo è essenziale.

6. E’ geloso

Lo abbiamo visto qualche tempo fa, i cani conoscono la gelosia . E come tra gli umani, è normale. Non bisogna preoccuparsi quindi se il cane è geloso, ma bisogna intervenire se la sua gelosia lo porta a comportamenti ‘brutti’ – ad esempio alzare la zampa o addirittura fare pipì sul proprio umano (l’equivalente canino di gridare ‘è mio!’)o aggredire il soggetto che ha scatenato la gelosia. Nel primo caso, un no deciso è d’obbligo, nel secondo è opportuno girare i tacchi e allontarsi.

 

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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