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Il cibo come rinforzo nell’educazione del cane

E’ una verità universalmente nota che un uomo single che possiede un buon patrimonio debba essere alla ricerca di una moglie’.

Con questa frase si apre lo splendido Orgoglio e Pregiudizio, uno dei grandi capolavori della letteratura mondiale.

Le verità universalmente note non sono però esclusive della letteratura. Nel mondo dei cani ad esempio ce ne sono diverse e una è che il modo gentile ed efficiente di educare i quadrupedi comporti premiare con un bocconcino i loro comportamenti graditi.

E’ veramente così o, come per quasi tutto quello che riguarda i cani, la questione è diversa e più complessa di quello che si pensa?

Ne abbiamo parlato con Sara De Cristofaro, educatore cinofilo, preparatore cani allerta diabete e autrice del libro Senti chi Abbaia.

Grazie Sara per il tempo che ci dedichi.

Togliamoci subito il dubbio, è vero che chi vuole avere successo nell’educare i cani in modo gentile deve premiare con il cibo i comportamenti corretti?

Bisogna sicuramente premiare i comportamenti ritenuti corretti, il cibo può essere utile, di facile utilizzo ed immediato ma non è l’unico rinforzo, anzi.

Per capire bene, ci dici che il cibo è comodo ma non è lo strumento migliore?

Il cibo è rischioso, va saputo dosare ed usare in modo corretto ed ammetto che non è semplice.

Perché il cibo è rischioso?

Il cibo può creare veri problemi, ad esempio se è utilizzato con un cane spaventato, preoccupato o addirittura terrorizzato da una situazione o da un ambiente. Offrendogli cibo lo si può mettere in grossa difficoltà perché magari è golosissimo e gli piacerebbe mangiare la prelibatezza che gli si propone ma non è in grado di accettarla perchè è troppo stressato.

L’offerta di cibo quindi invece di aiutarlo amplifica le sue difficoltà perché aggiunge un problema (‘vorrei tanto la squisitezza ma non riesco a prenderla’), altra ansia, altro stress e frustrazione ad un disagio anche importante già esistente. Inoltre, di fronte alla difficoltà che il cane ha con il cibo si rischia di concentrarsi sull’offerta del bocconcino nel tentativo di farglielo mangiare e di non intervenire sulla vera questione, migliorare il contesto di cui è preoccupato. A ciò si aggiunge che oltre causargli ulteriore stress si generano incomprensione e frustrazione.

Ci sono altre situazioni in cui l’uso del cibo è problematico?

Un’altra situazione è che si offra cibo ad un cane che ha la nausea o mal di pancia (cosa di cui capita di non accorgersi se non si conoscono o non si leggono tutti i segnali che i cani possono dare). Sfruttare a priori (supponiamo che si offra il cibo perchè non ci si è resi conto che l’animale si sente poco bene) la golosità del cane è quindi pericoloso perché l’animale anche se non si sente bene potrebbe cedere alla tentazione di mangiare per poi sentirsi peggio per cui può creare una associazione negativa tra il malessere e il bocconcino prelibato che gli è stato offerto (da notare, l’associazione negativa tra malessere e l’assunzione di quel cibo sorge anche ad alcune ore di distanza) con il risultato che potrebbe sentirsi male ogni volta che gli viene presentato quel cibo o se lo associa a quel contesto (esattamente come succede a noi che quando stiamo male dopo aver mangiato una cosa ci viene la nausea al solo pensiero).

E usare il cibo per avvicinare un cane reticente?

Ecco, questo è un altro caso ancora, quello dei cani che hanno difficoltà con le persone, i bambini o gli sconosciuti. Capita tante volte che per renderselo amico gli si offra cibo e il cane che è super goloso cede e lo prende ma non è né sereno né felice per cui potrebbe percepire negativamente l’interazione. Il cibo in questo caso è uno strumento di ricatto e se a quella forzatura segue un contatto fisico che il cane non desidera l’animale si sente tradito e potrebbe reagire negativamente.

Gli umani a quel punto pensano che il cane sia opportunista (prende il cibo ma non accetta le carezze) quando in realtà quello che è successo è che ha ceduto alla golosità ma non era pronto al contatto fisico. A ciò si aggiunge che questa grave incomprensione assume anche una dimensione fisica perchè di fronte alla reazione negativa del cane gli umani se la prendendono con lui/lei, aggravando ulterioremente la situazione. Il cane a seguito della esperienza negativa non si fiderà più e non accetterà più bocconcini in contesti in cui si sente in difficoltà e ciò, oltre a tutte i problemi che genera, contribuisce anche a rendere inefficace l’uso del cibo nelle occasioni in cui potrebbe essere utile.

Come si possono gestire situazioni come quelle descritte sopra perché siano piacevoli e costruttive per il cane e per gli umani?

In situazioni come quelle descritte sopra, ma anche numerose altre, la strategia migliore è usare il gioco a cui far partecipare cane e umani. Se il cane gioca vuol dire che è in uno stato d’animo positivo e giocare migliora il suo senso di appartenenza al gruppo per cui memorizzerà l’esperienza come piacevole, le persone coinvolte in questa bella esperienza (che va ovviamente ripetuta, non basta sia fatta una sola volta) entreranno nella cerchia degli amici e inizierà ad apprezzare la loro presenza fino ad arrivare a voler loro bene.

Per migliorare il senso di appartenenza al gruppo del cane si può anche sfruttare una passeggiata in un luogo in cui è molto contento, ad esempio un bosco o un parco ricco di spazi da perlustrare. E’ molto importante dare ai cani lo spazio e il tempo di imparare a conoscere e capire persone e luoghi che non conoscono, li aiuta a leggere, a interpretare e ad imparare ad apprezzare ciò che li preoccupava e spaventava. Il cibo non può svolgere questa funzione.

Ci sono altre situazioni, magari meno gravi di quelle descritte sopra, in cui si usa il cibo ma non è corretto?

Sì, sono situazioni che si possono definire di corruzione. Ne riporto due molto comuni: una è il voler interrompere un comportamento sgradito offrendo cibo al cane; l’altra è quella in cui si usa il cibo per richiamare l’animale. Nel primo caso, usando il cibo non si insegna al cane che quel modo di comportarsi non va bene, gli si insegna che quel comportamento è utile per avere attenzioni e cibo ed è esattamente l’opposto di quello che si doveva e si voleva ottenere; e questo porta con se anche frustrazione ed incomprensioni con il cane.

Il secondo caso – richiamare il cane usando il cibo – può essere definito adescamento e ha il difetto di insegnare all’animale a venire solo quando si ha cibo in mano e che, ed è forse anche peggio, quando lo si tira fuori vuol dire che sarà legato e portato via dal divertimento. Questo è un problema perché non sempre il cane ha voglia di rinunciare al gioco per avere cibo in cambio e se ha imparato che l’apparizione del cibo equivale ad essere allontanato da ciò che lo diverte impara anche a non avvicinarsi quando è chiamato. E pure qui si assiste al presentarsi di frustrazione ed incomprensioni con il cane, cosa che va evitata.

Se il cibo non è il rinforzo migliore, cosa è opportuno usare?

Il punto non è non usare il cibo ma non usare solo il cibo. Si deve usare tutto quello che si ha e il primo rinforzo in assoluto sono la relazione ed il rapporto con i proprietari che si costruiscono e strutturano nel tempo sulle esperienze condivise, il gioco in tutte le sue forme e anche i bocconcini prelibati e gli snack da masticare più a lungo.

Si dice che la strada per arrivare al cuore dei cani passa dallo stomaco, non è vero quindi?

No, effettivamente non è così – basta pensare alla relazione e all’approvazione dei proprietari, tanto apprezzate dai cani e tanto trascurate dagli umani. Ma rimaniamo pratici. Il cibo, oltre alle difficoltà intrinseche che ha il suo uso come abbiamo visto sopra, non è amato da tutti i cani come rinforzo e sono anche molti i cani che non sono abilissimi o non interessati nemmeno ai classici giochi che si propongono loro per cui per arrivare al loro cuore serve tanta fantasia, associata alle motivazioni che ciascun cane ha – ad esempio un cane che ama esplorare sarà rinforzato da giochi all’aperto, in ambienti nuovi magari più selvaggi, mentre un cane che ama scovare è motivato da giochi di ricerca strutturati (che si possono fare sia in casa sia all’esterno), chi ama l’acqua è gratificato da una nuotata o dai tuffi, etc. . Insomma, la strada per arrivare al cuore dei cani passa da ciò che è importante per loro e il cibo come gratificazione non è al primo posto.

Quindi il cibo anche sì ma con attenzione?

Il cibo va usato ma bisogna saperlo usare e dosare. Nell’usarlo continuamente si fanno veramente tanti errori. Ugualmente, è un errore opporsi categoricamente al suo utilizzo.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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