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Quando giochiamo?

Tanti anni fa un’amica che aveva avuto cani fin da bambina ci ha detto una cosa che ci ha colpito molto: i cani sono animali molto speciali perchè non perdono mai la voglia di giocare.

Noi li amiamo molto per tanti motivi diversi e uno è proprio la loro eterna fanciullezza. Siamo travolti dalla tenerezza quando vediamo un cane anziano, magari anche un po’ tremolino sulle zampe, a cui si illuminano gli occhi di fronte ad una pallina.

Oggi parliamo del gioco dei e con i cani, importantissimo perchè aiuta i quadrupedi a crescere e maturare sia fisicamente sia mentalmente e molto importante perchè contribuisce a sviluppare e rafforzare il rapporto tra cane e umano.

Il gioco ha anche utilità pratica – i cani che giocano e quindi sono stati impegnati e sono appagati mentalmente e fisicamente sono molto più tranquilli. Quanti casi ci sono di problemi comportamentali – cani ‘indisciplinati’, cani ‘aggressivi’ ad esempio – la cui origine può essere ricondotta ad un esercizio inadeguato? Tanti.

I giochi sono anche uno ottimo modo per aumentare la fiducia in sè stessi nei cani timidi e/o insicuri – Obanino ne è un caso esemplare 🙂  – che facendo esercizi prendono consapevolezza di sè e delle proprie capacità e diventano più sicuri di sè stessi.

I giochi possono essere anche una validissima alternativa agli snack per premiare i buoni comportamenti.

I cuccioli a partire dalle due settimane circa iniziano a giocare con i fratelli e la mamma ed imparano le prime regole di interazione sociale e le regole di comunicazione con gli altri cani – motivo per cui è importantissimo non staccarli dalla cucciolata prima dei due mesi di età.

Una delle primissime cose che imparano è frenare il morso – i piccoli fanno la lotta, si rotolano, tengono la bocca aperta, e quando uno morde in modo troppo duro l’altro piange, e se il piccolo ‘aggressore’ non smette di mordere, l’altro si rifiuta di continuare a giocare. Il piccolo irruento imparerà che mordere ha conseguenze spiacevoli e sarà spinto a non ripetere il comportamento.

Nel caso si adottasse, magari perchè lo si trova abbandonato, un cucciolo minuscolo che non ha avuto modo di interagire nel modo naturale con i suoi fratelli, le veci possono essere fatte dall’umano che ad ogni dentata troppo forte dovrà gemere come se fosse un cucciolo e smettere subito di giocare, in modo totalmente sereno. MAI MAI MAI urlare, scalciare, agitarsi o peggio ancora picchiare il piccolo.

A grandi linee i giochi si possono dividere in due categorie: i giochi ‘fisici’ e quelli mentali, con alcuni giochi fisici che hanno anche implicazioni mentali.

Facciamo qualche esempio.

Un gioco molto divertente per i cani, e dalle numerose implicazioni educative, è il tira e molla: oggetto del contendere, una corda, un pezzo di stoffa abbastanza lungo e robusto, etc., l’importante è che sia qualcosa di comodo da tenere e che non ferisca le mani quando si tira. I cani si divertono un mondo, la vicinanza anche fisica tra quadrupede e umano ne rafforza il rapporto, ed è anche molto educativo sia per cani timidi, timorosi, insicuri, sia per i loro opposti. Nel primo caso è lasciando che il cane vinca ogni tanto lo si aiuta a sviluppare autostima. Nel caso di cani molto decisi e sicuri di sè, invece, è bene che l’umano vinca sempre e così facendo ricorda al cane i ruoli in casa – un po’ come si farebbe con un adolescente bipede un po’ arrogante.

Il frisbee è un altro gioco per cui alcuni cani vanno matti – si corre, si insegue, si salta, si prende al volo, si riporta. Tanto esercizio fisico e tanto divertimento.

Un altro classico è la palla, e quelle piccole – misura pallina da tennis – possono diventare un gioco fisico con associato esercizio mentale (senza particolare fatica mentale per il padrone…): la parte fisica è immaginabile, si lancia la pallina, il cane la insegue e possibilmente la riporta o gli si insegna a riportarla. La parte fisico-mentale è altrettanto facile: si lancia la pallina verso il cane ma in modo che non la riesca  prendere subito e lo si invita a cercarla. Nella ricerca dovrà usare l’olfatto e lo sforzo di cercarla sarà mentalmente molto impegnativo; trovarla sarà un premio immenso, di cui beneficerà anche la sua autostima.

Ci sono poi i giochi di attivazione mentale, da fare sia in casa sia all’aperto nei quali il quadrupede è chiamato a risolvere dei problemi più o meno complessi ed ottiene in cambio un premio.

Far sedere il cane, tenerlo e mostrargli cosa si sta facendo e poi dargli il via. Di seguito qualche esempio di esercizio:

– prendere un asciugamanino e arrotolarci dentro qualche pezzetto di squisitezza da mangiare, dare al cane l’ok e dirgli di cercare – il suo problema è capire come arrivare alle squisitezze, il suo premio trovarle.

– prendere una scatoletta, ad esempio di cartone, mettere dentro le squisitezze, coprirla con un coperchio (se sono le prime volte magari senza chiuderla) e metterla sotto qualcosa ad una distanza che il cane può raggiungere con le zampe e/o il muso (ad esempio una poltrona o un tavolino basso), dargli l’ok e dirgli di cercare – il suo problema è riuscire a tirare fuori la scatoletta e trovare le squisitezze.

– Un terzo esercizio richiede l’interno in cartone di un rotolo di carta igienica dentro cui si mettono un po’ di squisitezze e che poi si richiude ai due lati. Si da l’ok al cane e gli si dice di cercare – il suo problema è riuscire tirare fuori le squisitezze. Questo esercizio è molto interessante perchè il modo in cui arrivano alle squisitezze svela molto del carattere del cane: alcuni fanno a pezzi il cartone, altri lo ciucciano fino a che non si apre, altri mordicchiano leggermente fino a che i lati non si aprono, etc. etc.

In tutti i casi il padrone assisterà in silenzio senza aiutare.  

Vedere i cani impegnarsi per capire qual è il problema e poi darsi da fare per risolverlo è affascinante, come è commuovente vedere quanto sono stanchi dopo una sessione di esercizi :).

Un aspetto molto importante degli esercizi di attivazione mentale è che la sessione deve sempre finire con un successo – quindi, se si è passati ad un problema più complesso che il quadrupede non è riuscito a risolvere, non finire la sessione così ma proporgliene uno facile (se l’ha già risolto prima forse è anche meglio perchè ci sono maggiori probabilità che lo faccia di nuovo) e sospendere dopo che l’ha risolto.

C’è da ricordare che gli esercizi di attivazione mentale sono molto faticosi per i cani per cui non dovrebbero durare più di una mezzoretta, andrebbero fatti quando il cane non è stanco e possibilmente quando ha un po’ fame (così avrà più voglia di cercare il cibo).

Concludendo, giocare deve essere bello e divertente per il cane e per il suo umano per cui mai forzare, mai fargli male, evitare scrupolosamente di giocare ad inseguire il cane altrimenti scappare diventa un gioco e sarebbe un disastro. Con i cuccioli è opportuno essere particolarmente attenti e delicati per evitare che si spaventino, pensino di doversi difendere e quindi ingaggino una lotta e imparino così comportamenti sbagliati.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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