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Cosa vuol dire che i cani sono impegnativi

Abbiamo visto che i cani sono impegnativi.

Cosa vuol dire che sono impegnativi?

Rispondiamo presentando alcuni motivi per cui i cani sono impegnativi. Mettendoli insieme si dovrebbe riuscire a farsi una idea abbastanza completa di cosa vuol dire che i cani sono impegnativi.

Eccoli (l’ordine è casuale, sono tutti egualmente importanti)

#1. I cani hanno bisogno di essere e di sentirsi capiti e rispettati

La somiglianza con gli umani qui è accecante. Come gli umani, anche i cani per essere sereni e stare bene hanno bisogno di essere e di sentirsi capiti e rispettati. E se è difficile ed impegnativo capire e rispettare gli umani, capire e rispettare i cani lo è ancora di più. Basti pensare che sono di un’altra specie, non parlano, ed esprimono il loro disagio con comportamenti fastidiosi..

#2. I cani hanno esigenze:

#. emotive

I cani hanno sentimenti e stati d’animo che devono essere capiti e gestiti – tristezza, insicurezza, incertezza, paurosità, stress, timidezza, riservatezza, sensibilità, timorosità (etc. etc. etc.) devono essere capite e gestite correttamente. Non è facile per niente.

#. fisiche

Mens sana in corpore sano vale anche per i cani. Perchè i cani stiano bene le loro esigenze fisiche devono essere adeguatamente e correttamente soddisfatte (camminare, giocare, andare al mare, andare in montagna, nuotare, no ad attaccarli alla bicicletta; correre insieme sì ma solo a determinate condizioni, etc. etc.), il tutto tenendo in considerazione la razza, l’età, lo stato di salute, i gusti del peloso, e le condizioni atmosferiche.

#. mentali

I cani hanno bisogno di far lavorare anche la mente. E quindi uscite fatte per bene, esercizi di attivazione mentale, giochi stimolanti (ad esempio: nascondino o cercare un oggetto), andare al bar, andare in tram, cambiare percorsi, ricercare, etc. etc. Soddisfare la mente dei cani richiede molto impegno, oltre che inventiva, pazienza, e tempo.

#3. Bisogna comunicare con i cani

#. i cani non usano le parole

I cani hanno tanto da dire e capiscono le parole ma comunicano con i gesti, con la postura, con i suoni, con le espressioni e con i comportamenti. Gli umani invece parlano e si affidano alle parole anche nella relazione con i cani. Lo spazio per le incomprensioni abbonda. Un caso esemplare sono i segnali calmantiFacciamo un esempio: l’umano chiama il suo cane con tono arrabbiato, il cane si tiene a debita distanza e abbassa la testa. L’umano alza il tono e diventa minaccioso – il cane è un testone disubiddiente e deve capire chi comanda. Nella realtà però il cane è preoccupato perchè sente rabbia nel tono dell’umano (motivo per cui si tiene lontano) e in risposta manda un segnale pacificatore (abbassa la testa e il gesto dice qualcosa tipo ‘non te la prendere con me, non ho mica cattive intenzioni’). E’ solo un esempio dei milioni di cui è fatta la vita con i cani, da cui è evidente che per avere una vera relazione con i pelosi bisogna imparare come comunicano. Se non bastasse in termini di impegno, c’è da aggiungere che ogni cane è unico e ci sono individualità anche in fatto di comunicazione

#. i cani osservano e ‘sentono’ gli umani

I cani sono straordinari osservatori. Vivono osservando gli umani e ne colgono anche i segnali più impercettibili e involontari – anche un sopracciglio sollevato, l’accenno di un sorriso, un braccio in tensione, uno sguardo non ricambiato, il guinzaglio teso sono comunicazioni per i cani. I cani inoltre colgono le intenzioni degli umani. Per i cani tutte le comunicazioni (volontarie o involontarie che siano) che gli umani inviano sono informazioni in base a cui si fanno un’idea del mondo e delle situazioni e stabiliscono come agire. E’ molto impegnativo relazionarsi con e gestire qualcuno che ti osserva costantemente, ti legge in ogni mimimo particolare (anche le cose che non sai di pensare o volere), interpreta (in modo canino) quello che osserva e in base a quello stabilisce come comportarsi (in modo canino).

#4. I cani hanno un codice di comportamento canino

I cani si sono evoluti con gli umani e si sono adattati a vivere nella società umana ma hanno anche un codice di comportamento canino. Un esempio super classico è quello del cane sciolto che corre velocissimo verso gli altri cani perchè ‘è buonissimo e vuole giocare con tutti‘ e che viene accolto con (più o meno clamoroso) fastidio dal destinatario delle attenzioni. Salvo alcune eccezioni, la reazione che l’interazione genera sono grida, insulti e minacce verso il cane che ha reagito (‘cattivissimo’) e chi lo accompagna. Peccato che nella realtà canina il buonissimo che vuole giocare con tutti è un gran villano e si presenta anche come una minaccia e avendo trovato il cane che non tollera le villanie è stato messo al suo posto. Conoscere il codice di comportamento dei cani è importante per gestirli correttamente e per interagire correttamente con gli altri cani e gli altri proprietari.

#5. I cani devono essere preparati alla vita

In tanti pensano che i cani siano come pupazzi, li prendi, li porti (al mercato, in barca, per negozi, alla posta, in mezzo ai bambini, in tram), li fai toccare da sconosciuti, li lasci da una parte, poi dall’altra, e loro zitti e ‘buoni’. Se è vero che con il limite dal rispetto dei loro gusti e delle loro inclinazioni, i cani possono fare praticamente tutto, la condizione è che siano preparati. Perchè il cane possa affrontare serenamente la vita deve avere gli strumenti per farlo = deve essere preparato a ciò che lo aspetta. Il compito di prepararli è inzialmente dell’allevatore e poi dei proprietari.

#6. I cani hanno bisogno di fare una vita rispettosa della loro natura

Chi vuole il benessere del suo cane deve fargli/le vivere una vita compatibile con la sua predisposizione di razza, il suo carattere e la sua personalità. A parole vuole dire poco, nella pratica vuol dire in primis scegliere un cane adatto a sè e al proprio stile di vita e poi sapersi adattare, essere tolleranti, essere flessibili, essere disponibili, perchè i cani hanno il loro carattere, la loro personalità, i loro gusti e il peloso può essere diverso da quello che ci si aspetta.

#7. I comportamenti dei cani

I cani tendono a replicare comportamenti che hanno portato risultato e imparano a comportarsi osservando e interagendo con gli umani e gli altri cani. Un dettaglio cruciale di questo schema è che non c’è necessariamente coincidenza tra quello che è un risultato per i cani e quello che è un risultato per gli umani. Legato a questo, uno dei fenomeni più diffusi è gratificare (spesso inconsapevolmente) comportamenti non apprezzati dei cani quando invece si vogliono reprimere, con la conseguenza di rinforzarli invece di cambiarli, cosa che da vita a un vortice di incomprensioni, frustrazioni e infelicità.

#8. Le apparenze ingannano. Facciamo alcuni esempi:

  • piccolo e bianco non vuol dire buono
  • grosso e scuro non vuol dire cattivo
  • i cani non sono peluche, anzi, sono esseri viventi ricchi, articolati, complessi e con tante esigenze
  • più rumore e più scena fanno, minore è l’intenzione di fare male
  • correre incontro a tutti non vuol dire automaticamente essere amichevoli e voler giocare con tutti
  • il ringhio non indica cattiveria
  • i cani non fanno i dispetti
  • il cane che non fa (non protesta, non aggredisce, etc.) non vuol dire che non vorrebbe fare
  • la ‘aggressività’ non equivale automaticamente a cattiveria, spessissimo è segno di insicurezza
  • mettersi a pancia in su non vuol dire sottomettersi
  • il cane che non chiede non vuol dire che non ha bisogno
  • il cane che non da problemi non vuol dire che è contento e sta bene
  • la coercizione non funziona veramente, può inibire ma non corregge
  • ci sono comportamenti problematici e problemi comportamentali. Comportamenti problematici sono quei comportamenti che risultano problematici per la situazione in cui il cane è inserito ma sono perfettamente normali per i cani o per quel tipo di cane (ad es: un cane da guardia che difende). Problemi comportamentali sono invece comportamenti che non rientrano nell’etogramma del cane. La differenza è fondamentale e impatta in modo determinante sulla vita del cane e dei suoi umani.

#9. I cani possono vivere bene o male e tutto dipende dagli umani

Perchè i cani vivano bene, serve che gli umani accettino che hanno esigenze, e non è scontato (quanti ancora negano anche i più basilari bisogni dei cani) ma anche che le (ri)conoscano e le soddisfino, con tutto ciò che questo comporta in termini di impegno di pazienza, tempo, disponibilità a capire, imparare e cambiare, accettazione, flessibilità, adattamento, e anche spesa.

#10. Molto spesso quando il cane è problematico il problema è l’umano non il cane

La sostanza è, non tutti i cani vanno bene per tutti gli umani, non tutti gli umani vanno bene per tutti i cani, non tutti gli umani dovrebbero avere il cane e anche quando l’accoppiata umano-cane è giusta, l’impegno per far vivere bene il cane è veramente imponente.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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