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Adottare al canile

Basta adottare un cane al canile per ‘salvarlo’?

NO.

Ogni cane ha le sue caratteristiche genetiche, il suo carattere, la sua personalità, la sua storia e le sue esigenze, è in canile per colpe non sue ed essere preso da qualcuno non è necessariamente una salvezza.

Perchè ci siano le condizioni di una adozione di successo serve che il cane e gli umani che pensano di volerlo siano pronti e che il binomio cane-umani sia compatibile.

L’adozione seria quindi se da un lato è l’inizio di una nuova vita, dall’altro è la fine di un processo serio e rigoroso di valutazione e preparazione sia del quadrupede sia degli umani.

Un ruolo cruciale in questo lavoro di straordinaria importanza hanno i canili e il Parco Canile di Milano è un centro di eccellenza.

Ne abbiamo parlato con Max Cibelli, educatore cinofilo al Parco Canile di Milano, Dog University Scuola Cinofila Milano/Pavese, Educatore Cinofilo riconosciuto CSEN/CONI settore cinofilia, Educatore Cinofilo di Canile certificato ARCADIA/FICSS, Educatore Cinofilo di 3° Livello Parificato SIUA, Approccio Cognitivo Zooantropologico, Tecnico Mobility Dog. Nella foto è con la sua NuNu.

D (Dogdeliver): Caro Max, grazie tantissimo per il tempo che ci dedichi.
M (Max Cibelli): Grazie a Dog Deliver per mettere un piccolo faro sul nostro lavoro, grazie davvero!

D: Chi desidera adottare un cane e viene al Parco Canile di Milano cosa può aspettarsi?
M: Cerchiamo sempre di distinguere chi è interessato prevalentemente a vedere la struttura, che mostriamo sempre con la massima disponibilità e con orgoglio, dalle persone veramente interessate e motivate all’adozione. Quando un interessato arriva al Parco Canile viene seguito da un educatore o un istruttore. Per determinare l’interessamento ci sono alcuni passaggi chiave: il colloquio, che ci da modo di avere un profilo della famiglia adottante – dove andrà a stare il cane, in che contesto, con chi (persone e altri animali?), chi se ne prenderà cura, dove costruirà le sua routine; fatto questo primo passo fondamentale si cerca il cane più adatto alla famiglia; individuato il cane, il responsabile del padiglione dove è ospite il cane fa un secondo screening del colloquio per valutare se il cane scelto dal collega e dall’interessato è adeguato al contesto delineato dal colloquio e se può reggere. Se è tutto OK, il potenziale adottante viene contattato per una prima conoscenza e se si è tutti soddisfatti si parte con il percorso preaffido che viene fatto in struttura. Il percorso preaffido parte da un minimo di 4/5 incontri e si svolge con il cane, l’adottante e un Educatore o un Istruttore e insieme si vedono alcune delle attività svolte con quell’ospite e se necessario si lavora anche insieme sulle criticità del cane. Il percorso serve per creare un legame tra cane e futuro Pet Owner ed è estremamente importante per il futuro Pet Owner perchè  permette di conoscere meglio il soggetto, i punti forza e le eventuali criticità.

D. Quali caratteristiche ha il cane adottabile?
M: Dipende dalla famglia e dall’esperienza che uno ha con il cane e con i cani. Faccio un esempio, proprio in questi giorni sto seguendo con la collega e amica Istruttrice Cinofila Flavia Monda, un percorso preaffido con Vinny, un Pitbull maschio reattivo e diffidente di circa 4 anni che è arrivato in canile a circa 6 mesi ed è sempre vissuto e cresciuto in canile. Un cane reattivo e diffidente non è certo per chi è alla prima esperienza di cane. La persona che sta seguendo il percorso di preaffido è un ex allevatore di Cani Lupo Cecoslovacchi che ha già adottato un altro pitbull (Pedron) proprio nella nostra struttura, è quindi una persona che ha conoscenza di cani. Non solo, ha bisogno di un compagno e di un amico che gli dia una mano a tener d’occhio il podere. Per lui, quindi, la “reattività e diffidenza” di Vinny sono fondamentali mentre per altri le caratteristiche di Vinny sarebbero una criticità. Abbiamo fatto alcuni incontri, lavorato insieme e ci siamo resi conto che Vinny era pronto ad andare nella nuova casa quando l’adottante si è messo a giocare con lui con una treccia facendo il “tira e molla” in una maniera che solo un esperto sa fare e che solo a Vinny piaceva fare in quel modo… E’ stato un momento fantastico!
Questo per dire che tutti devono vivere il cane nella maniera più adatta al loro stile di vita e alla esperienza diretta o “pregressa” con i cani. Non credo assolutamente “allo sguardo dell’amore dietro un box”.

D: Nella tua esperienza, ci sono cani che sono più facilmente adottati rispetto ad altri? Sto pensando ad esempio al caso dei cani neri che statisticamente rischiano di rimanere in canile molto più degli altri.
M: Nella nostra scheda I D A (Indice Di Adottabilità) ci sono caratteristiche che abbassano notevolmente il punteggio e sono il cane con il manto nero, stile molosso e anziano.
Gli ospiti più facilmente adottabili sono sempre i cuccioli di taglia medio piccola. I cuccioli perchè nell’immaginario collettivo c’è sempre l’idea che il cane adulto non sappia adattarsi alla sua nuova vita e che non sappia “imparare”. Abbiamo fortunatamente casi di cani (neri e di grossa taglia) andati in adozione alla tenera età di 8/10 anni e le famiglie sono felici di loro come se li avessero sempre avuti!

D: Quali caratteristiche deve avere chi desidera adottare un cane al Parco Canile?
M: Io dico sempre che tutti possono vivere una esperienza di una adozione di un cane in canile ma tutto dipende dallo stile di vita, dal tempo da dedicare, dall’esperienza che si ha con i cani. Alcuni soggetti non sono compatibili per poche ore dedicate, esempio i cuccioli, alcuni non sono compatibili con troppe ore da dedicare, esempio i cani anziani, alcuni non sono compatibili con gli appartamenti, esempio i cani vissuti sempre in esterno, alcuni non sono compatibili con altri animali, esempio cani con alto istinto predatorio, etc..

D: Come si sceglie il cane da adottare?
M: Un mio docente di cinofilia, Simone Dalla Valle, colui che mi fece scoprire il mondo del canile,  prese il suo primo cane con la voglia di portarlo a correre e fare attività con lui, peccato che Kaya era una mix pastore dei pirenei di taglia grande con nessuna voglia di fare la StraMilano.
Questo per dire che il cane si sceglie in base alle caratteristice dello stile della propria vita. Se sono una persona sedentaria a cui non piace troppo passeggiare, adottare un BorderCollie o un mix pitt non è la cosa più intelligente. Se sono uno che lavora 8 ore al giorno e non ho una mano nella gestione, prendere un cucciolo non è ideale. Se sono un iper attivo che vive al quarto piano senza ascensore, prendere un Pastore tedesco anziano che ha problemi alle zampre posteriori per salvarlo dal canile in realtà non lo sto salvando, lo sto uccidendo lentamente.
Una adozione seria non nasce dallo sguardo “calamitoso dei cani dietro un box”, dalle foto” post sui social dei cani “salvalo dal sud per ammore”, le adozioni del cuore sono un’altra grande piaga (per approfondire, cliccare qui)

D: Chi stabilisce se chi desidera adottare può farlo?
M: Il colloquio preaffido di cui abbiamo parlato all’inizio è alla base di una adozione. Il responsabile del padiglione, il quale conosce al meglio quel cane, può dire se quel binomio cane-umano è fattibile.

D: Seguite il cane anche dopo che è stato adottato e ha lasciato il canile?
M: Quando un ospite va in adozione, l’adottante firma un contratto con il quale si impegna a prendersi cura del cane dal momento che esce dalla struttura. Il contratto dice anche che per il primo semestre il cane rimane di proprietà del comune di Milano. Istruttori, educatori e anche volontari si preoccupano di fare un controllo post affido per verificare che il cane stia bene e che non ci siano problemi. I social network ci hanno dato la possibilità di monitorare quasi giornalmente i cani nell’iserimento nella nuova casa, a volte se si verificano difficoltà nell’inserimento a casa, come staff siamo pronti ad intervenire per aiutare il sistema famiglia a cercare di gestire la difficoltà.

D: Quali sono i motivi principali del fallimento di un’adozione?
M: Partendo dal presupposto che facciamo di tutto per evitare una adozione a rischio, proprio per cercare di escludere un ulteriore stress al cane, a volte accade che in controlli post affido ci si renda conto che i cani non stanno bene. In quei casi li facciamo rientrare in struttura oppure li riaccasiamo senza rientro.
Per rispondere alla tua domanda, il vero fallimento di una adozione è il non capire chi si ha davanti, il non capire se la persona che sta adottando è realmente motivato a trascorrere  diverso tempo con quel cane, con o senza problemi.

D: Cosa succede se un cane viene riportato al canile?
M: Dopo un inserimento in famiglia il cane che rientra in canile perde la fiducia nelle persone, si trova smarrito e a volte possono emergere vere e proprie patologie depressive. Il processo di adozione al Parco Canile – che prevede il colloquio iniziale, il secondo check da parte del responsabile del Padiglione, solo se tutto è OK, il percorso pre affido e solo se il percorso preaffido è OK, l’adozione – è fatto apposta per ridurre al minimo la percentuale di rientro.

D: Chi sono gli ospiti del parco canile di Milano?
M: Sono cani (ma c’è anche un bellissimo gattile) prevalentemente dai 6 anni in su di media/grande taglia, molti molossoidi, molti pastori tedeschi e meticci. I cani giovani, i cani di piccola taglia sono quelli più richiesti dai possibili adottanti. Tutti hanno una storia differente e non tutti sono passati da una storia di maltrattamento.

D: Al Parco Canile ci sono anche cani che non sono adottabili? Se sì, cosa succede di loro?
M: La nostra idea è di dare una chance a tutti. Tuttavia cani con seri problemi sanitari difficilmente vengono adottati, questi ospiti rimangono con noi, accuditi e coccolati dallo staff e volontari fino all’attraversamento dell’arcobaleno. Ne vorrei ricordare solo alcuni: Mandarino, Cleopatra, Milady, Giuby, Teresa e ultimamente il rotty Icaro … tutti grandi cani che non hanno avuto l’opportunità (o la fortuna) di essere “visti”. A volte in canile ci sono cani che sono invisibili, causa l’aspetto, l’età, le problematiche sanitarie…

D: In media quanti ospiti ci sono al Parco Canile di Milano?
M: In media ci sono circa 150 cani, ma siamo arrivati anche oltre 170 cani soprattutto nel periodo estivo, ed è quello che rischiamo anche questa estate ormai alle porte se non viene fatta una buona campagnia anti abbandono.

D: Quante persone lavorano al Parco Canile? Siete tutti volontari?
M: Il sito è di proprietà del comune di Milano e la gestione è di due associazioni Arcadia (la onlus per cui collaboro) e la Dog Evolution. Solo in Arcadia tra dirigenza, operatori, istruttori cinofili ed educatori cinofili siamo in 12 tutti assunti con contratto nazionale del lavoro. Non vorrei sbagliare, ma credo che per bando, anche Dog Evolution debba mettere in campo le stesse forze lavoro. Per il volontariato è un’altra cosa. Chi è interessato a diventare volontario deve iscriversi ad un corso che dura un weekend, viene fatto in struttura circa una volta ogni due mesi ed include sia parte teorica che pratica. Nel corso si parla di sicurezza, comunicazione canina, come entrare in un box, come mettere una pettorina e le attività da fare con i cani. E’ molto interessante. Per avere info si può chiamare dalle 9 alle 18 il numero 0288446310.

D: Quale formazione hanno le persone che lavorano al Parco Canile?
M: Gli istruttori e gli educatori devono aver completato una scuola cinofila che duri almento due anni, avere il diploma e un minimo di trecento ore di canile certificate. Siamo tutti educatori e istruttori formati in diverse scuole cinofile e lavoriamo con l’approccio cognitivo. Gli operatori, le persone che si occupano della pulizia e accudiscono e gestiscono giornalmente il padiglione (struttura in canile che raccoglie solo un certo numero di cani) hanno una formazione UN EN ISO.

D: Quale lavoro fate con i cani?
M: Innanzi tutto dobbiamo capire chi abbiamo davanti, ogni cane ha le sue emozioni e risponde a quelle in modo soggettivo, soprattutto in un contesto così colmo di stress come è il canile. Si parte da piccoli test: le scale le fa? in auto ci va? (se si come?) al chiuso ci sta, se si come? in staticità sta, se si come? con le persone che approccio ha? e con i cani? Quando ci sono difficoltà, si lavora per sviluppare nuove competenze in modo che il cane acquisisca autoefficacia e sia un domani un soggetto più solido. Ogni cane ha le sue esigenze.

D: Quali motivazioni vi spingono e quali obiettivi ci sono dietro il lavoro che fate al Parco Canile?
M: Il benessere del cane è al primo posto, e questo vuol dire box puliti e almeno due uscite garantite al giorno, e poi al dare ai cani nuove competenze sociali per permettere loro di andare in adozione ed essere noi parzialmente certi che l’adozione vada a buon fine. E’ un castello che si costruisce su ogni soggetto.
Andando più nello specifico, il lavoro di Operatori, Istruttori e Educatori è fondamentale per creare una stabilità agli ospiti del Parco Canile di modo che possano vivere al meglio la loro permanenza nel rifugio. Il canile è uno stress giornaliero per i cani, pensate solo agli odori che percepiscono, gli abbai che sentono, le distanze brevi tra un cane ed un altro, i box in cui passano gran parte della giornata… Per noi la cosa fondamentale è capire come far star meglio ogni soggetto, magari aiutando con la masticazione in box, coprendo con un lenzuolo quando c’è in giro “il suo nemico”, aiutare l’ospite con attività in esterno e in box ad esempio con “ricerche olfattive” oppure con il KONG oppure entrambe. Ci si adopera per abbassare lo stress, cosa purtroppo non sempre possibile. Dall’altra parte, come dicevo prima, lavoriamo con i cani per aiutarli ad essere più solidi.

D: Come sono sistemati i cani che vivono al Parco Canile?
M: Al Parco Canile ci sono otto padiglioni, ogni padiglione ha sedici box. I box sono suddivisi in una zona giorno con abbeveratoio e una zona notte con pavimentazione riscaldata e lampada ad infrarossi e con una bascula in plastica che in inverno aiuta a mantenere la zona notte riscaldata fino a 20 gradi e d’estate a mantenerla fresca. Ogni ospite ha in dotazione la sua pettorina appesa in esterno, e il suo asciugamano in caso di pioggia. I cani che possono avere un compagno di box vengono abbinati anche per avere la possibilità di “liberare box” per futuri ospiti. Gli ospiti mangiano secco due volte al giorno, la mattina e il pomeriggio, e le terapie vengono somministrate da operatori ed educatori.

D: Nella tua opinione ha ragione chi sostiene che i cani non devono essere comprati ma devono essere adottati al canile?
M: Io sono cresciuto con cani, non ho mai acquistato un cane e probabilmente non lo farò mai, forse per possibilità, tuttavia non biasimo chi ne vuole comprare uno purchè abbiano fatto o facciano almeno una volta nella vita un’adozione in canile. Ci sta il detto: “Qui Pro Quo”?…

D: Secondo te è vero che i cane adottati dal canile sono riconoscenti ai loro umani per essere stati ‘salvati’?
M: Il cane è un animale eccezionale e a volte stupido. E’ capace di essere riconoscente alla persona che lo “corca di mazzate quotidianamente”.
A me piace pensare che il cane adottato in canile abbia la possibiltà di una vita nuova e migliore e con essa di costruire emozioni nuove, belle e positive inerenti alle persone e al contesto in cui vive, la costruzione di qualcosa di più grande “della semplice riconoscenza”.

Nella foto, Max e NuNu

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Grazie infinite!

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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