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7 regole per una corretta socializzazione

I piccoli tra le otto settimane e i tre mesi di età sono molto aperti e disponibili e ciò che di positivo vivono e conoscono in questo periodo (motivo per cui le puppy class sono tanto importanti) fa sì che per tutta la vita accetteranno senza paura e senza aggressività esperienze analoghe.La socializzazione, ossia fare esperienza di tante cose diverse, è quindi molto importante perchè da al piccolo gli strumenti per crescere sereno con l’ambiente in cui vive. 

Stabilito che la socializzazione è molto molto importante perchè il piccolo poi grande si trovi a proprio agio nell’ambiente in cui vive, è fondamentale che sia fatta nel modo corretto. Vediamo alcune regole (tutte parimenti importanti, il numero 1 su tutte non è casuale) che è importante seguire.

1. I piccoli con i piccoli

E’ consigliato far interagire i cuccioli con altri cuccioli – hanno comportamenti e modi di comunicare simili e l’esperienza di gioco è generalmente piacevole. I cani adulti, e non c’è nessuna differenza tra maschi e femmine in questo, molto spesso non apprezzano l’esuberanza dei piccoli e se il cucciolo non capisce i segnali di fastidio ed insiste nel suo comportamento, il grande manifesterà la sua contrarietà con la famosa ‘sgridata’ che tanto scenografica quanto innocua molto spesso scatena reazioni isteriche e nocive da parte del padrone del piccolo. Gridare, prendersela con il proprietario del cane adulto, prendere in braccio il proprio cucciolo sono cose da non fare assolutamente.

1. Attenzione alla paura

Abbiamo visto all’inizio che le esperienze positive dei piccoli rimangono con loro per tutta la vita e fanno sì che accetteranno senza paura e senza aggressività altre simili che si troveranno ad affrontare. Proprio per questo è importantissimo che l’esperienza di socializzazione non comporti paura. Il cane portato in mezzo ad un gruppo di altri cani e che non si sente sicuro può paralizzarsi per la paura – rimane come congelato mentre gli altri gli girano intorno – oppure si gira verso il proprietario sperando di trovare attenzione e protezione, oppure si nasconde dietro il suo umano per essere protetto. Quell’esperienza di socalizzazione è negativa per il quadrupede ed è responsabilità del proprietario accorgersene e non infliggerla sul suo piccolo. Appena ci si rende conto che il cucciolo è a disagio, con tutta calma ci si allontana. 

1. No all’area cani a tutti i costi

Le aree cani, a meno che non siano enormi, così grandi che uno non si rende conto che sono recintate ma in Italia simili meraviglie non esistono, sono posti in cui i quadrupedi sono costretti ad incontrarsi in condizioni per cui è difficile per loro interagire naturalmente e quindi apre spazi a conflitti, scontri, cattiva comunicazione, etc.  Costringere un quadrupede a stare in un’area cani quando la soffre è una tortura che ovviamente non deve essere inflitta.

1. Non tutto insieme

Con il cane il detto secondo cui il modo migliore per imparare a nuotare è buttarsi non vale perchè se categorizza negativamente l’esperienza vissuta, affronterà la prossima partendo da quel grado di negatività, e quindi è tutto più difficile. Proviamo a spiegarci meglio. Si desidera che il cane si abitui a tante persone e si decide di fare una festa e lasciarlo libero in mezzo a loro. Solo che nel momento in cui si trova contornato da gente il quadrupede è a disagio per cui categorizza l’esperienza ‘tanta gente’ come negativa – ipotizzando un sistema di voti, diciamo che per lui la festa è un bel -5. Questo vuol dire che la prossima volta che si troverà a dover affrontare una situazione di tante persone insieme partirà dal – 5 attribuito all’esperienze precedente e quindi, ad esempio, sarà molto più difficile fargli provare l’esperienza metropolitana, oppure l’uscita della scuola, oppure una semplice passeggiata in una strada affollata.

1. Gradualità

Quando ci si accorge che il piccolo si sente a disagio in una determinata situazione bisogna abituarlo esponendolo gradualmente e associando quella situazione a qualcosa per lui molto piacevole. Facciamo un esempio: il piccolo non è sereno se è seduto vicino ad un gruppo di bambini che strillano e giocano. Due sono le possibili soluzioni:

– allontanarsi abbastanza da non essere nel mezzo della mischia e nella nuova posizione in cui è rasserenato ogni volta che si sente uno strillo, una pallonata, etc., dargli un premio meraviglioso. Pian piano le distanze si ridurranno e i bimbi e i loro giochi saranno qualcosa che non temerà più.

– andare via e sistemarsi vicino ad un altro gruppo, molto più piccolo e meno rumoroso, di bambini che giocano e con squisitezze, giochi, distrazioni, convincere il piccolo che il posto è stupendo. Ripetere più volte fino a che stare vicino a qualche bimbo che gioca non diventa una cosa normale. A quel punto si potrà avvicinare ad un gruppo più grande e più rumoroso.

1. Non forzare

E’ sbagliato e non va fatto,  imporre al piccolo (o al grande) situazioni in cui si sente a disagio.

1. Rispetto e pazienza

Il cane va capito e rispettato, va aiutato dove ha bisogno, e condotto dove serve. Con il proprio quadrupede si scoprirà che la pazienza è una grande virtù che può portare molto lontano.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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