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Come modificare i comportamenti indesiderati del cane

Mark Bekoff invita a distinguere tra ‘quello che uno pensa di sapere e quello che sa veramente sui cani’. Il grande etologo mette il dito nella piaga, come si dice.

Sui cani esiste una ricchissima ‘conoscenza’ fatta di convinzioni e falsi miti che hanno poco o nulla a che fare con la realtà dei quadrupedi e per motivi misteriosi c’è grande resistenza ad accettare che i cani sono diversi da quello che si racconta. Forse perchè vorrebbe dire essere costretti ad ammettere che bisogna riconsiderare ed adeguare i modi in cui sono trattati ed educati e per tanti significherebbe mettersi profondamente in discussione. Forse. Una cosa però è certa, si deve aprire la mente alla ‘nuova’ realtà dei cani, ne va del loro benessere, della loro qualità di vita, e della relazione umano-canina. Oggi vediamo un aspetto di questa delicata questione.

Ci hanno sempre detto che il modo per disincentivare comportamenti indesiderati dei cani è ignorarli (gli adepti della coercizione ovviamente hanno altri metodi). E’ effettivamente così semplice come sembra?

Se ne occupa l’educatrice Eileen Anderson in un interessante articolo su The Whole Dog Journal.

I fattori da considerare sono diversi, tutti egualmente importanti.

Uno, che si è manifestato nella sua importanza anche quando ci siamo occupati dei metodi coercitivi, è che ignorare non insegna. Ignorare lascia il cane in quello che la Anderson chiama vuoto comportamentale.

Salto e abbaio come un pazzo perchè sono troppo felice di vederlo e mi trascura. Cosa vuol dire? Non vuole che lo festeggi? Cosa vuole che faccia allora? Sono molto confuso. Ora provo a fare qualcosa, vediamo se funziona. Protagonista è il cane ignorato quando esprime, in modo per i suoi umani eccessivi, la felicità quando tornano a casa. Si segnala che gioire saltando e abbaiando non va bene, ma cosa va bene? Quale comportamento può sostituire quello che si sta scoraggiando? Se non si propone un’alternativa, sarà quello che il cane deciderà di provare e non è detto che sia migliore (umanamente parlando) di quello che dava fastidio prima.

Cambiare un comportamento include insegnare e rinforzare positivamente nuovi comportamenti. Ignorare da solo è insufficiente, più probabilmente inutile, se non addirittura dannoso.

Dietro la convinzione che ignorare sia utile per scoraggiare un comportamento canino c’è l’idea che il motivatore dei cani, il rinforzo dei loro comportamenti, sia sempre e solo l’attenzione degli umani. Non lo è. A volte non lo è proprio – il cane si comporta in un determinato modo non perchè ricerca le attenzioni umane, ha altre motivazioni. A volte l’attenzione umana non è il solo motivatore, ce ne sono altri. In questo secondo caso, se anche si interviene (togliendola, ignorando la creatura) sul rinforzo che è l’attenzione degli umani, rimangono gli altri per cui il problema del comportamento indesiderato non si risolve.

Un altro elemento da considerare è che ci sono situazioni in cui il cane è così agitato che non si accorge nemmeno se è ignorato e il suo stato emotivo (da cui dipende il suo modo di comportarsi) è così alterato che non è in grado di cambiare il suo comportamento.

A complicare ulteriormente le cose c’è cosa vuol dire realmente ignorare il cane. L’ignorare degli umani infatti non equivale necessariamente all’ignorare dei cani. Ci sono ad esempio le comunicazioni inconsapevoli che gli umani inviano ai cani. I cani sono straordinari osservatori, come abbiamo visto più volte, vivono controllando gli umani e il mondo che li circonda ed è più che probabile che nell’atto di ignorare si faccia qualcosa che per il cane è una comunicazione e, quindi, dal punto di vista del cane, non lo si ignora.

E come dimenticare cosa i cani possono percepire di quello che gli umani fanno per ‘ignorarli’? Girarsi di spalle, ad esempio, invece di segnalare dissenso può essere visto come l’offerta di una nuova superficie da usare per giocare; oppure lo scatto con cui si ritira la gamba per evitare sia mordicchiata può essere vissuto come un gioco divertentissimo da continuare a ripetizione.

La ricetta ‘ignorare per dissuadere’, quindi, ha non pochi limiti, tra questi:

  • non insegna
  • lascia un vuoto comportamentale
  • parte dal presupposto che il solo motivatore dei cani sia l’attenzione degli umani
  • non considera lo stato d’animo dei cani
  • è difficile da mettere in pratica – in un nucleo con più familiari, ad esempio, riescono tutti, sempre a reagire nello stesso modo (ignorare) al comportamento del cane che si vuole disincentivare?
  • la sua applicazione è equivocabile

Non ultimo, evidenzia la Anderson, il problema della regola ignorare il cane è che è presentato come una ricetta assoluta, una soluzione valida per tutti, e in quanto tale non lo è quasi per nessuno.

Ogni cane è unico, così come è unico ogni binomio cane-umano e il punto di partenza per intervenire sui comportamenti indesiderati è capire quell’individuo cane che si ha di fronte e le sue individuali motivazioni. Il percorso da fare è importante e può essere complesso, motivo per cui è fortemente suggeribile farlo accompagnati da un educatore cinofilo, che deve essere professionista serio e preparato.

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Lauretana

La mamma umana di Oban, autrice di Senti chi Abbaia, ama la montagna, leggere e scrivere, ha un debole per la mozzarella. Pensa che i cani siano creature straordinarie e la vita con loro un'esperienza oltre l'immaginabile che, incredibile ma vero, si scopre nella sua straordinarietà ogni giorno, anche dopo tanti anni con il cane.

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